I punti sono gli stessi di un anno fa, la classifica però è diversa così come diverse erano le aspettative dei tifosi, che avevano accolto con grande entusiasmo il nuovo corso bianconero. Thiago Motta oggi è a quota 28, esattamente come col Bologna nel 2023-24, solo che i rossoblù erano quarti, in piena corsa per l’Europa che conta, invece se il campionato finisse oggi la sua Signora sarebbe fuori dalla zona Champions anche in caso di 5 posti disponibili per l’Italia: sesta posizione e -9 dall’Atalanta capolista, che anche a non voler parlare di scudetto fa comunque impressione a girone d’andata non ancora terminato. Una situazione di classifica poco gradita dal popolo bianconero, che sabato sera nel gelo dell’Allianz Stadium ha srotolato tutto il suo malcontento tra cori, fischi e inviti fin troppo espliciti a tirare fuori gli attributi. Un clima arroventato, conseguenza diretta della pareggite acuta di cui soffre Madama, a secco di successi in Serie A da oltre un mese (ultima vittoria nel derby del 9 novembre). Contestazione e frustrazione per un progetto che fatica a decollare nonostante i tanti acquisti estivi ma in cui la società continua a credere ciecamente e non sarà il pari col Venezia (il decimo in 16 gare) a farle cambiare idea. Intanto fino a gennaio Motta dovrà contare sulle forze che ha, provando a scuotere un gruppo che sabato sera è apparso decisamente provato. Dopo la partita i giocatori si sono riuniti per un confronto e i più anziani hanno cercato di rinfrancare e stimolare il resto della truppa. Tutti sono consapevoli di dover dare di più per uscire da un momento complicato, a cominciare da Motta che si è assunto ogni responsabilità. Di sicuro il recupero di parte degli infortunati consentirà qualche rotazione in più e magari di patire meno il doppio impegno settimanale. Di sicuro a questo punto della stagione la Juventus s’aspettava di avere qualche punto in più, ma si sente ancora in piena corsa per centrare la Champions. D’altronde Motta, che rispetto alla Juventus 2023-24 ha 9 punti in meno, ne ha però uno in più del 2021-22, primo anno dell’Allegri bis (che chiuse quarto) e gli stessi del 2001-02, quando con il ritorno di Lippi arrivò lo scudetto. Tra Motta e la Juventus la sintonia è totale: Cristiano Giuntoli, l’uomo che ha portato Thiago a Torino, ha fiducia in lui e nella squadra, fatta soprattutto di giovani, e dopo una campagna acquisti estiva concordata in toto a gennaio lo sosterrà col mercato, acquistando uno o due giocatori, a seconda delle occasioni. Di sicuro servirà un difensore per dare respiro a un reparto costretto agli straordinari dopo il doppio ko di Bremer e Cabal. Tra i nomi caldi c’è quello di Antonio Silva, centrale portoghese del Benfica gestito da Jorge Mendes. Il super agente di Cristiano Ronaldo è a Torino in questi giorni, l’occasione giusta per trattare l’argomento di persona. Alla Continassa, dove una settimana fa si è presentato il proprietario John Elkann per ribadire il suo appoggio totale all’allenatore, c’è delusione ma non preoccupazione per una stagione che si sapeva sarebbe stata di transizione, resa poi ancora più complicata dai tanti infortuni (su tutti quello di Gleison Bremer, uno dei pilastri della squadra) e in cui conterà l’evoluzione del gruppo (e del gioco) più della posizione. Certo, l’obiettivo resta il piazzamento in Champions, ma se anche non dovesse essere centrato (con conseguente mancato incasso di una cinquantina di milioni) non ci saranno cambi di strategia, tanto meno di guida tecnica. Il progetto Motta è su base triennale e i conti si faranno solo alla fine. In più il primo obiettivo stagionale, la sensibile riduzione del monte ingaggi, è stato raggiunto.
Fonte: Gazzetta.it