Dici Parma e la prima cosa che salta alla mente dei tifosi rossoneri (almeno quelli di una certa età) è il gol di Faustino Asprilla del 21 marzo 1993 che mise fine alla incredibile striscia degli Invincibili di Fabio Capello, che non perdevano da 58 gare consecutive. Oggi gli emiliani rappresentano l'ostacolo che s'infrappone tra Paulo Fonseca e il primo successo da tecnico del Milan in campionato. Ma, oltre agli avversari, il tecnico portoghese deve fare i conti coi problemi interni, ovvero l'assenza di Alvaro Morata, il primo acquisto estivo del Diavolo, il sostituto di Olivier Giroud, la punta della Spagna campione d'Europa, a segno meno di mezz'ora dopo il debutto nella prima di campionato contro il Torino. Poi l'infortunio muscolare che lo ha costretto ai box per una ventina di giorni, mettendo l'ex allenatore del Lilla davanti a un dilemma: riproporre Luka Jovic, deludente contro i granata, là davanti al Tardini, o puntare su Noah Okafor, il salvatore della patria con la rete del 2-2 al 95' contro il Toro. O ancora su "The great white hope" come si diceva una volta riguardo ai pugili, il baby prodigio Francesco Camarda, 16 anni compiuti il 10 marzo, ora titolare del Milan Futuro. I tifosi, perlomeno quelli che hanno votato il nostro sondaggio, puntano sullo svizzero (49.6%), misteriosamente dimenticato dal c.t. Murat Yakin all'Europeo di Germania (zero-minuti-zero giocati), preferito a Camarda (43.3%). E Jovic? Tristemente lontano anni luce, con un misero 7.3%. Bocciato. Anche perché quello di sabato scorso a San Siro è stato un film visto e rivisto nell'ultima stagione con Stefano Pioli al timone. Schierato a inizio partita, il serbo non rende. Non pressa, è lento nella manovra, non ha il fisico alla Giroud (o alla Morata) per fare da "centroboa" in fase di ripartenza. L'ex viola dà il meglio di sé quando c'è da assalire la porta avversaria, uomo d'area, capace della zampata vincente, come visto più volte nel '23-24 (6 gol in campionato, 2 in Europa League, una in Coppa Italia), al punto di meritarsi la riconferma. O quando ha una prima punta accanto, situazione verificatasi quasi esclusivamente nei finali di partita col risultato da recuperare.
Ma perché Okafor e non Camarda? Soprattutto pensando al ruolo naturale dei due la domanda appare legittima. L'ex Salisburgo è un esterno, schierato quasi sempre da vice Leao su quella fascia. L'azzurrino è prima punta per vocazione, anche se ha piedi (e visione di gioco) talmente buoni da potergli pronosticare pure un futuro da trequartista. L'impressione che si ha dall'esterno (non vedendolo quindi lavorare quotidianamente a Milanello, seppure col Milan Futuro, che si prepara sotto la guida da Daniele Bonera assieme alla prima squadra) è che fisicamente non sia pronto ad affrontare l'impatto coi difensori della Serie A. Proprio per questo un anno in Serie C sembra essere il percorso di crescita ideale. D'altro canto c'è chi invece - senza avere tutti i torti - pensa che valga comunque la pena di buttarlo nella mischia e vedere l'effetto che fa. A lui e agli altri. Nonostante, come appena detto, nasca esterno sinistro, Noah ha dimostrato di trovarsi comunque a suo agio anche in area di rigore. La scorsa stagione ha risolto più volte situazioni delicate. Delle sette reti segnate in rossonero, cinque le ha realizzate dopo l'80' (compresa quella di sabato al Torino). Si ricordano in particolare quella a Udine del 20 gennaio (3-2 al '93 dopo il 2-2 di Jovic 10' prima) e quella alla Lazio all'88 per l'1-0 dell'Olimpico dell'1 marzo. Meno pesante il gol del 3-3 all'84' (due minuti dopo essere entrato per Adli) col Sassuolo a Reggio Emilia del 14 aprile, gara arrivata tra le due dei quarti di Europa League con la Roma e giocate con le seconde linee da Pioli. Altro elemento importante: in questo avvio di stagione Okafor è apparso dimagrito, più veloce, più scattante, in forma insomma. Metterlo là in mezzo non appare un azzardo. Anzi. Magari con Camarda in panchina, pronto a subentrare se ce ne fosse la necessità. La speranza della stragrande maggioranza dei tifosi del Diavolo di avere una seconda punta di ruolo che prendesse il posto di Jovic sembra ormai essersi spenta dopo le parole di Ibrahimovic e le ultime mosse di mercato indirizzate sul centrocampo (Vos e Koné), dopo aver sognato Fullkrug (ex Dortmund, poi accasatosi al West Ham o - in misura decisamente inferiore - Tammy Abraham, che in molti avrebbero comunque preferito a Jovic. Quindi si resta col dubbio amletico: Jovic, Okafor o Camarda come vice Morata? Il popolo rossonero la sua scelta l'ha fatta. E parla svizzero.
Fonte: Gazzetta.it