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Ciclismo

Bagnaia amico della pioggia. Martin paga i suoi errori, ma ora è Pecco a dover rischiare

Massimo Falcioni
Bagnaia amico della pioggia. Martin paga i suoi errori, ma ora è Pecco a dover rischiareN/A

Vince chi taglia per primo il traguardo. Chi sbaglia paga. E’ così da sempre, nel motociclismo. A Buriram, con la pioggia fin sullo start e poi con la pista bagnata a chiazze fin sotto la bandiera a scacchi, ecco il miglior Bagnaia. Pecco regista o direttore d’orchestra, fa lo stesso: solido e gelido, grande passo e strappi che portano all’errore Martin, largo in una staccata esagerata alla curva 3, comunque secondo alla fine anche grazie al crash al 14° giro di Marc Marquez, fin lì più veloce di Pecco e di Jorge, che però ancora una volta paga il suo modo di correre "esagerato". E’ vero che Marquez, più che per il titolo, oramai lotta per la vittoria in gara ed è caduto come sono caduti altri nove piloti. Ciò non toglie che sbattere sull’asfalto non fa bene.

Mai, a nessuno, neppure a un fuoriclasse come Marquez. La risposta – e che risposta! - di Bagnaia a Martin, sul piano agonistico e psicologico, è dunque arrivata in Thailandia centrando la nona vittoria stagionale, la 15ª fra le gare del sabato e della domenica. Adesso, a due Gran Premi dal termine, 17 punti dividono Pecco (436) da Jorge (453). "I 5 punti di oggi a Buriram – dice il number one della Rossa nel dopo corsa – non sono un grande guadagno, ma danno fiducia". E Martin: "I rischi sono stati grandi e tanti. In questa stagione non abbiamo mai rischiato così. Nel warm up del mattino andavo forte, però già nel giro di allineamento le sensazioni non erano buone. Pecco ha capito come interpretare la pista prima di me. Portiamo a casa il massimo di ciò che si poteva". Poi, la frase finale di Martin che per Bagnaia pare una minaccia, se non una sentenza: "Lui deve prendere più rischi di me". Già. E vale il solito refrain: occhio a Marquez. Insomma, questo mondiale è appeso a un filo e fa battere forte i cuori di chi lo segue sugli spalti dei circuiti o davanti alla tv. Il titolo MotoGP si deciderà nei due round finali di Sepang e Valencia. Con i "se" non si fa la storia. Tuttavia se Martin arriva secondo tra Sprint e gare a Sepang e a Valencia con Pecco sempre primo, il titolo MotoGP cambia padrone e va al pilota spagnolo della Ducati-Pramac, per un solo punto. Adesso Bagnaia è condannato a vincere. A Martin tocca fare il "ragioniere".

Sul podio di Buriram, applausi meritati, oltre che per Bagnaia e Martin, anche per il terzo Pedro Acosta, (+3"800 da Bagnaia) infuocato nonostante le condizioni fisiche tutt’altro che ottimali, il cui solo duello con Miller vale tutta una corsa. Per il resto, da dimenticare le gare di Bezzecchi, di Morbidelli, che dopo aver "steso" Quartararo, scivola a sua volta, e di Bastianini anche lui a terra dopo la vittoria nella Sprint. Tecnicamente di rilievo, e non senza sorprese, la classifica dei giri veloci con in testa il quarto Fabio Di Giannantonio: 1’39.576 (17° giro) rispetto all’1'39"794 (10° giro) di Bagnaia; l’1’39"720 (12° giro) di Marc Marquez; l’1’39"841 (9° giro) di Martin. Di rilievo l’1’39"883 (13° giro) di Bastianini. I più veloci sul dritto? Acosta su Ktm e Di Giannantonio su Ducati a 322.3 km/h. Seguono Mir (Honda) a 321.4 km/h; poi, non senza sorprese, Bagnaia (Ducati), Quartararo (Yamaha), Nakagami (Honda), Martin (Ducati) tutti a 320.4 Km/h. Quindi Bastianini (Ducati) 319.5, Zarco (Honda) e Espargaro (Aprilia) a 317.7; Miller (Ktm) 316.7; Marini (Honda) 315.7; Marc Marquez (Ducati) 314.8; Vinalers (Aprilia), Savadori (Aprilia), Binder (Ktm) 313.9; Rins (Yamaha) 313.0; Morbidelli (Ducati), Fernandez (Ktm), Alex Marquez (Ducati ) 311.2; Bezzecchi (Ducati) 291.1. Prossimo weekend con l’ultimo appuntamento della tournée orientale in Malesia, a Sepang.

Fonte: gazzetta.it