Una lotta eterna contro il tempo, è forse questo più di ogni altro il senso della vita sportiva di Filippo Ganna. E Parigi non è un brutto posto per viverne uno dei momenti più esaltanti e mettersi al collo l’oro olimpico della cronometro, dopo quello vinto da trascinatore del quartetto in pista tre anni fa in Giappone. Il giorno dei giorni è oggi – per la riconferma nell’inseguimento a squadre appuntamento tra il 5 e il 7 agosto – e non è probabile che ce ne sarà un altro: nel 2021 la prova a cinque cerchi attorno al circuito automobilistico del Fuji lo respinse (5°, a 5” dall’argento), quella di Los Angeles 2028 potrebbe arrivare troppo tardi. Il nostro gigante ne è consapevole e non è un caso che abbia detto: "È qui che devo lasciare un bel segno, dare tutto quello che ho e tagliare il traguardo senza il minimo rimpianto. Se poi sarà bastato o no, lo vedremo...". Esattamente dieci anni fa – 27 luglio 2014 – un italiano venuto dal mare e vestito di giallo toccava con un dito il cielo di Parigi: l’apoteosi ciclistica di Vincenzo Nibali, celebrato come re del Tour sui Campi Elisi.
La cronometro a cinque cerchi – 32,4 km, mai così corta nell’era moderna, 125 metri di dislivello – comincia da Esplanade des Invalides e termina al Pont Alexandre III, pochi minuti a piedi dalla tradizionale conclusione della Boucle. Ma più che a questi ricorsi storici e alle coincidenze, è alle forze in campo che si deve guardare (e magari auspicare che non ci si metta la pioggia di mezzo): su un percorso veloce – almeno 53 all’ora la media attesa del vincitore -, senza dimenticare outsider del calibro di Kung e Van Aert, i rivali dell’azzurro sono il meglio che ci possa essere al mondo in una prova secca. Cioè l’iridato Remco Evenepoel e il campione d’Europa Joshua Tarling (compagno di club di Filippo): con Ganna - argento - il podio al completo del 2023. E oggi come allora Dario Cioni, tecnico di Ineos e allenatore di Ganna, sarà “all’angolo” di Tarling: collabora con la Federazione Britannica. "Filippo sta molto bene", dice il c.t. azzurro Marco Velo, che schiera pure Alberto Bettiol e si aspetta una grande prova tra le donne di Elisa Longo Borghini. "I favoriti sono quei tre, potrebbero essere racchiusi in 15-20 secondi. Non so fare una previsione sul risultato, ma so che abbiamo preparato questo appuntamento al meglio".
Non è un mistero che i Giochi siano il culmine della stagione di Ganna, che ha sacrificato altri appuntamenti – vedi la rinuncia alla Roubaix – per essere al meglio "di sempre, tendendo alla perfezione", in questi giorni. Definito l’assetto della bici, salvo novità in extremis, come spiega il meccanico Matteo Cornacchione: "Monocorona da 64 denti davanti, 11-30 pacco pignoni dietro (sviluppo del rapporto circa 12 metri a pedalata, ndr). Filippo userà tubeless da 25 millimetri davanti e 28 dietro, quanto alla pressione dipenderà dal meteo. Sull’asciutto, 6 bar. Sul bagnato, si scenderà un pochino". Per cambiare, Ganna avrà due terminali nelle appendici del manubrio che gli permetteranno di farlo sia nella posizione aerodinamica al cento per cento, sia in curva, senza perdere secondi preziosi. Mentre non verrà utilizzato il variatore che prende il posto del deragliatore anteriore e dà la possibilità di modificare lo sviluppo del rapporto visto al Giro d’Italia: è più utile su percorsi vallonati. Stamattina prendono l’aereo da Milano papà Marco, mamma Daniela e la sorella Carlotta, mentre è già arrivata la fidanzata Rachele. "Devo essere la migliore versione di me stesso e sarò contento in ogni caso. La prestazione dei rivali non la posso controllare e se saranno più bravi li applaudirò", la morale di Ganna. Ma il primo avversario, forse, resta proprio il tempo. Quella lotta eterna. Battilo, Filippo: tu puoi farlo.
Fonte: Gazzetta.it