Rosa, ma anche bianca, azzurra, ciclamino. Queste sono le maglie che a ogni edizione vengono messe in palio al Giro d’Italia. Scopriamo insieme il significato di ogni maglia che viene assegnata al primo corridore in classifica generale e in quelle accessorie.
La maglia rosa
Anche chi non segue il ciclismo sa che il primo nella classifica generale indossa la maglia rosa. Una maglia iconica, storica, ambita. Ripercorriamo la storia e i corridori che l’hanno indossata più volte.
Quando si indossa la maglia rosa?
Al termine di ogni tappa, il corridore che ha fatto registrare il tempo totale più basso riceve la tanto ambita maglia rosa e la indossa durante la tappa successiva.
Durante il Giro può cambiare il corridore che la indossa?
Certo, è proprio questo lo spirito della maglia rosa: farla indossare al corridore che fino a quel momento si è distinto rispetto agli altri. Infatti, sono solo 4 i ciclisti che l'hanno indossata dalla prima all'ultima tappa: Costante Girardengo, Alfredo Binda, Eddy Merckx e Gianni Bugno.
La storia della maglia rosa
La maglia rosa è stata introdotta nel 1931 per iniziativa del giornalista della Gazzetta dello Sport, nonché organizzatore del primo Giro d’Italia, Armando Cougnet.
Perchè fu scelto il colore rosa?
Il colore fu scelto proprio in onore del giornale, stampato appunto su carta rosa, prendendo ispirazione dal Tour de France, che nel 1919 istituì la maglia gialla in onore al colore delle pagine del giornale L’Auto (l’attuale L'Équipe).
L’obiettivo di Cougnet non solo era quello di rendere riconoscibile il leader della classifica generale tra tutti i ciclisti, ma di attribuire un simbolo di gloria e talento al miglior corridore.
La prima maglia rosa
La prima maglia rosa era di lana grezza, con il collo alto e due tasche sulla parte anteriore chiuse da bottoni, del peso di circa 300 g. La maglia rosa, prodotta principalmente dai maglifici lombardi Vittore Gianni e Tizzone, restò in lana fino agli anni ’70 , quando furono introdotte le prime versioni realizzate in fibre sintetiche.
Le maglie rosa recenti
Negli anni ’70 e ’80, la maglia rosa cambiò look, diventando decisamente più sportivo, grazie anche ai nuovi materiali e al cambio di produttore (Castelli, che tornerà nelle edizioni 2018 e 2019). Le maglie del Giro d’Italia 2017, invece, sono state realizzate dal maglificio Santini.
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Le più famose maglie rosa
Sono oltre 250 i ciclisti che finora hanno avuto il privilegio di indossare la maglia rosa del Giro d’Italia.
Learco Guerra
La prima maglia rosa fu indossata il 10 maggio 1931 dal mantovano Learco Guerra, soprannominato “la locomotiva umana”. Il ciclista trionfò nella sua città al termine della tappa Milano-Mantova. Vinse 31 tappe del Giro d’Italia, preceduto in questa classifica soltanto da Cipollini e da Binda.
Eddy Merckx
Il primatista di maglie rosa è il belga Eddy Merckx, che l’ha vestita ben 77 volte tra il 1968 e il 1974. Parliamo di uno dei più grandi ciclisti di tutti i tempi, che detiene anche il record di vittorie del Giro d’Italia (5), insieme a Fausto Coppi e Alfredo Binda.
Alfredo Binda
Il primatista italiano invece è Alfredo Binda, corridore lombardo che collezionò 59 maglie rosa. Binda vinse 5 edizioni (1925, 1927, 1928, 1929 e 1933) come Coppi e Merckx, e 41 tappe del Giro d’Italia - record mantenuto per quasi 70 anni, fino al 2003, quando fu superato da Mario Cipollini. Nel 1927 vinse 12 delle 15 tappe del Giro e nel 1929 ben 8 tappe consecutive: entrambi record imbattuti ancora oggi.
Francesco Moser
Francesco Moser collezionò 57 maglie rosa tra il 1976 e il 1985. Il corridore trentino è tutt’oggi l’italiano con il maggior numero di successi, con 273 vittorie su strada da professionista.
Vincenzo Nibali
Altro illustre detentore della maglia rosa è stato Vincenzo Nibali. Il ciclista siciliano ha indossato la maglia rosa 21 volte, vincendo il Giro nel 2013 e nel 2016.
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La maglia ciclamino
La maglia ciclamino viene assegnata al leader della classifica a punti, determinata assegnando dei punti in base ai piazzamenti dei corridori al traguardo. Istituita nel 1966 con il colore rosso, diventò ciclamino nel 1970, per tornare rossa nel 2016 e definitivamente ciclamino nel 2017.
Il corridore che ha vinto più volte la classifica a punti del Giro è Francesco Moser, con 4 vittorie (1976, 1977, 1978, 1982).
La maglia azzurra
La maglia azzurra viene assegnata al leader della classifica scalatori, stilata in base ai punti assegnati ai corridori che tagliano per primi il traguardo dei Gran Premi della Montagna. Introdotta nel 1933 con il colore verde, diventò azzurra nel 2012 per motivi di sponsorship.
Il corridore che ha vinto più volte la classifica scalatori del Giro è Gino Bartali: ben 7 volte tra il 1935 e il 1947.
La maglia bianca
La maglia bianca viene assegnata al leader della classifica giovani, una graduatoria a tempi che riguarda solo i ciclisti under 26, ovvero quelli che non hanno ancora compiuto il 26° anno di età il 1º gennaio dell'anno in corso. Fu istituita nel 1976 e fu assegnata fino al 1994, venendo reintrodotta nuovamente nel 2007.
Solo 4 corridori sono riusciti a vincere la classifica giovani in 2 occasioni: Volodymyr Pulnikov (1989 e 1990), Pavel Tonkov (1992, 1993), Bob Jungels (2016 e 2017) e Miguel Ángel López (2018 e 2019).
Maglia nera, storia ed esclusione
Tra il 1946 e il 1951 il Giro d’Italia metteva in palio un premio alquanto bizzarro: la maglia nera, assegnata all’ultimo in classifica. Nonostante il premio non fosse di prestigio, la maglia nera divenne molto ambita da quei corridori che non riuscivano a mettersi in mostra nelle prime posizioni, visto che il compenso economico era anche superiore a quello percepito dal sesto in classifica generale.
La figura di Giuseppe Ticozzelli
A ispirare gli organizzatori del Giro fu Giuseppe Ticozzelli, calciatore che nei primi anni ‘20 indossò le casacche di Alessandria, Casale, SPAL, oltre che della Nazionale. Nel 1926, Ticozzelli decise di partecipare al Giro d’Italia come indipendente, ritirandosi dopo sole 4 tappe in seguito a un incidente in gara. In una di queste tappe, riuscì addirittura ad avere un’ora di vantaggio sugli inseguitori, ma dato che non aveva una squadra a supporto che potesse rifornirlo, a pranzo si fermò a mangiare in un ristorante lungo il tragitto, riprendendo la corsa all’arrivo del resto del gruppo.
Ma da dove arriva l’idea della maglia nera? Ticozzelli correva con la maglia del Casale, dove militava all’epoca, di colore nero con una stella bianca. Per questo motivo, alla ripresa del Giro dopo la Seconda Guerra Mondiale, si decise di istituire la maglia nera per l'ultimo in classifica.
L’abolizione
In quegli anni scatenò una vera e propria lotta all’ultimo posto, che doveva essere raggiunto comunque arrivando al traguardo entro un tempo massimo. L'unico ciclista ad aver vinto 2 volte la maglia nera fu Luigi Malabrocca.
Le proteste dei corridori portarono all’abolizione della maglia nera, che venne reintrodotta eccezionalmente al termine del Giro del 1967 in occasione del 50° anniversario della Corsa rosa. Solo per l’edizione del 2008, infine, fu introdotto il numero nero, con analoga valenza.
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