Error code: %{errorCode}

Ciclismo

Nasce il Giro 2025: il via dall'Albania, Carapaz tra le stelle con Roglic e Van Aert

Ciro Scognamiglio
Nasce il Giro 2025: il via dall'Albania, Carapaz tra le stelle con Roglic e Van AertN/A
Oggi a Roma si svela il percorso: il trionfo 2019 ha cambiato la carriera dell’ecuadoriano

È al Giro d’Italia che la sua vita ha cominciato a cambiare: quando Richard Carapaz era tornato in Ecuador, dopo l’apoteosi rosa del 2019, c’era un corteo di 200 auto a scortarlo. L’oro olimpico di Tokyo 2021 poi lo aveva confermato nella dimensione di eroe nazionale, ma Carapaz non si è accontentato, continuando ad accettare sfide in bici. Il Giro d’Italia lo ha sfiorato un’altra volta – nel 2022 perse il duello con Jai Hindley solo alla penultima tappa – e sembra proprio che stia arrivando il tempo di un altro assalto: né lui né la sua EF Education EasyPost lo hanno detto ancora ufficialmente, però il piano per Carapaz dovrebbe essere quello di presentarsi al via della corsa della Gazzetta e poi del Tour. Con una certezza, quella di essere protagonista.

Richard ha concluso sul podio i tre grandi giri (1° in Italia, 2° alla Vuelta 2022, 3° al Tour 2021), vinto tappe in tutti e tre, indossato per almeno un giorno maglia rosa, gialla e rossa. Non è tardi per migliorare queste statistiche. Intanto attende con curiosità di scoprire il percorso integrale: appuntamento dalle 18 oggi a Roma all’auditorium Parco della Musica-Ennio Morricone, in diretta su Gazzetta.it, con diversi ex vincitori attesi in sala come Ivan Basso (2006 e 2010), Alberto Contador (2008 e 2015) e Vincenzo Nibali (2013 e 2016, ultimo azzurro a trionfare). Si conosce già la partenza, svelata a dicembre. È la 15a della storia dall’estero, la prima dall’Albania: tre tappe, di cui una cronometro individuale, che sono destinate a movimentare subito la classifica.  Nell’ultimo decennio gli scalatori sudamericani hanno avuto spesso un ruolo di primo piano al Giro.

Nel 2014 Nairo Quintana fu il primo colombiano della storia a vincerlo, a Trieste, e non si perderà quest’anno l’edizione 108 andando a caccia di quel successo di tappa che nel 2024 ha sfiorato a Livigno. Nel 2021 il trionfo finale è stato dell’altro colombiano Egan Bernal, pure avviato a tornare sulle strade rosa da capitano. In mezzo, l’exploit di Carapaz in un certo senso ‘preparato’ già l’anno prima, quando era arrivato quarto al debutto. Nonostante questo, nell’edizione 2019, Primoz Roglic e Vincenzo Nibali si concentrarono sulla loro sfida diretta sottovalutando ‘il terzo uomo’: Carapaz ne approfittò e sulle ultime salite nessuno andò più forte di lui, così da conservare il primato anche dopo la crono finale di Verona. All’Arena, le bandiere dell’Ecuador non si contavano.  In attesa delle decisioni del campione in carica Tadej Pogacar e di Jonas Vingegaard, e dovendo escludere Remco Evenepoel che ci aveva fatto più di un pensiero prima di cadere, quello che sta per nascere a Roma è un Giro stellare. Richard Carapaz ben si incastrerebbe in questo puzzle. Il primo ‘pezzo’ era stato il sì di Primoz Roglic, vincitore nel 2023. Poi, insieme ai nostri Giulio Ciccone e Antonio Tiberi, ci saranno tanti nomi stranieri di rilievo per la lotta alla rosa: Juan Ayuso e Adam Yates, Dani Martinez (2° nel 2024) e Mikel Landa, Romain Bardet e David Gaudu, Jai Hindley e Simon Yates.

Senza dimenticare il debutto di Wout Van Aert: il belga è un corridore ‘totale’, spettacolare e competitivo su ogni terreno. Quanto a Carapaz, ricordiamo alcune delle (sue) parole che spiegano quale sia la filosofia che lo anima: «Fai la storia o non fai la storia... arriverà sempre qualcuno che ti supererà. Fino a pochi anni fa chi avrebbe mai detto che un ciclista dell’Ecuador avrebbe vinto il Giro. Ma ci saranno nuovi corridori che avranno nuovi obiettivi. Magari ne conquisteranno due, o tre. E allora, indipendentemente dai titoli, io spero di essere ricordato per la persona che sono. E basta». Voce pacata, modi gentili, grinta feroce, la salita come trampolino per volare in bici: il Giro d’Italia è pronto a riabbracciarlo.

Fonte: gazzetta.it