Dentro e fuori la pista, questi Mondiali di Ciclismo li ricorderemo per un bel po' di tempo. Alla fine, però, la medaglia d'oro è sul petto di Evenepoel: è lui a entrare nella leggenda, e a soli 22 anni.
Il Mondiale di Wollongong è il lago in cui sfocia il talento di Remco: belga, fortissimo, con polmoni d'acciaio e pure una bella visione di gioco. E' arrivato tra le lacrime e l'entusiasmo generale, delle tantissime persone accorse in questa città costiera dell'Australia sud-orientale. L'ha realizzato solo alla fine: aveva vinto il Mondiale con la faccia da ragazzo.
Una gara incredibile
Remco è il settimo ciclista più giovane a vincere un Mondiale su strada: 22 anni e 243 giorni, un paio in più del connazionale e detentore del primato, Karel Kaers. Eppure, di precocità se ne intende comunque, basti guardare il tipo di corsa che ha fatto.
A 59 chilometri dalla conclusione, il primo scatto sulla salita del Mount Pleasant, chiusa con 25 km in solitaria. Via, sì. Via da solo, staccando il francese Laporte e l'australiano Matthews. Matteo Trentin è stato il miglior italiano: quinto. Bettiol ottavo, bravo anche Lorenzo Rota, a tirare il gruppettino che ha anticipato il gruppone.
Un regista sulla bici
Evenepoel prosegue una stagione super: ha vinto la Liegi-Bastogne-Liegi, la Classica di San Sebastian, a Madrid si è colorato di rosso Vuelta. Enorme. Anche nella scelta di vita che ha condizionato tutto, facendogli preferire la fatica e la soddisfazione della bici.
Ecco, quale scelta? Fino a 7 anni fa, era il regista della nazionale juniores del Belgio. Parliamo di calcio. Di piedi buoni e testa sempre alta, a ragionare sulla giocata giusta da fare. Quella dote è evidentemente innata. E mantenuta alla perfezione.