Paolo Maldini è un'icona del calcio italiano e mondiale, con una carriera eccezionale che si è estesa per più di due decenni. Campione plurititolato, è stata una delle ultime bandiere del calcio italiano, un Capitano con la c maiuscola rispettato anche dai più grandi avversari in campo e dai tifosi delle squadre rivali in Italia come in Europa.
Dopo aver vinto tutto in campo soprattutto con la maglia del Milan, Paolo Maldini ha intrapreso la carriera da dirigente sempre in rossonero e lo scudetto del 2022 è già un suo fiore all'occhiello. Ma ripercorriamo insieme la sua straordinaria carriera.
La storia di Paolo Maldini
Nato il 26 giugno 1968 a Milano, Maldini proveniva da una famiglia profondamente radicata nel calcio. Suo padre, Cesare Maldini, era un noto calciatore e successivamente divenne un famoso allenatore. Paolo ha iniziato a giocare a calcio fin da giovane, seguendo le orme paterne.
La sua carriera professionistica ha avuto inizio nel 1985, quando, a soli 16 anni, è entrato a far parte della squadra del Milan, club con cui ha trascorso tutta la sua carriera. Ha debuttato in Serie A nel 1985 e ha giocato con il Milan fino al 2009, diventando uno dei giocatori più emblematici e rispettati della storia del club.
Dotato di una tecnica superiore e moderna rispetto ai tempi in cui ha giocato, Maldini ha saputo essere un giocatore estremamente versatile allungando di molti anni la propria carriera iniziata come terzino per poi spostarsi verso il centro della difesa.
Tra i suoi trofei più importanti ci sono sette titoli di campione d'Italia e cinque Champions League. Ha anche rappresentato la nazionale italiana in numerose competizioni internazionali.
La carriera di Paolo Maldini con il Milan
Quasi 25 anni in prima squadra tra i professionisti, sempre con gli stessi colori addosso. La storia di Paolo Maldini è di quelle che possono tranquillamente finire in un film di Hollywood per le emozioni vissute e fatte vivere ai tifosi del Milan, capitolo di una storia familiare di successo iniziata con la stessa società da papà Cesare.
L'esordio
Paolo Maldini ha abbinato la sua storia calcistica al Milan, la squadra della sua città natale, da quando ha debuttato nel provino nel settembre del 1978 fino al 2009. Seguendo le orme paterne di Cesare, è diventato un'icona del club rossonero. Il 20 gennaio 1985, all'età di soli 16 anni, ha fatto il suo esordio in Serie A contro l'Udinese, dimostrando subito il suo talento naturale. Con il passare del tempo, ha consolidato il suo ruolo di terzino sinistro, sfruttando al meglio le sue doti atletiche per poi trasferirsi al centro della difesa negli ultimi anni di carriera.
Il periodo con Arrigo Sacchi
Con l'arrivo di Arrigo Sacchi, Maldini ha iniziato a collezionare trofei. Nel 1987-1988 il Milan ha conquistato lo scudetto, seguito l'anno successivo dalla vittoria della Coppa dei Campioni. Maldini era una presenza costante nella difesa rossonera, giovane ma già esperto. Nel 1989, il Milan ha vinto la Supercoppa italiana e ha iniziato una serie di trionfi europei, confermandosi nel 1990 come campione d'Europa. Nonostante alcuni momenti difficili, come la squalifica dalle competizioni europee, Maldini è rimasto una colonna portante del Milan.
Gli anni con Fabio Capello
Anche durante il periodo sotto la guida di Capello, Maldini ha continuato a distinguersi, contribuendo alla vittoria dello scudetto nel 1991-1992 e alla finale di Champions League nel 1993-1994. Nonostante la sconfitta in finale contro l'Ajax nel 1995, Maldini ha dimostrato il suo valore come difensore e come leader.
Dopo aver ereditato la fascia da capitano da Franco Baresi nel 1997, Maldini ha guidato il Milan a vincere lo scudetto nel 1999, segnando un nuovo capitolo nella sua carriera e nella storia del club. Nonostante alcune stagioni meno brillanti, Maldini ha continuato a essere una figura di riferimento per il Milan, dimostrando il suo impegno e la sua leadership.
Sul tetto del mondo con Ancelotti
Sotto la guida di Ancelotti, Maldini ha vissuto un'altra fase di successi, vincendo la Champions League nel 2003 e nel 2007 e diventando il secondo giocatore più anziano a sollevare il trofeo. Ha continuato a guidare il Milan sia sul campo che come capitano, dimostrando una resistenza e una dedizione straordinarie.
Nazionale
Tanto di successo la carriera nel Milan quanto sfortunata la storia d'amore tra Paolo Maldini e la Nazionale italiana di calcio con la quale l'iconico numero 3 non ha mai alzato trofei, sfiorandoli in diverse circostanze.
Il debutto in Nazionale è datato 1988 con tanto di partecipazione, da titolare, a Euro 1988 con eliminazione in semifinale per mano dell'URSS. Il Mondiale del 1990 è chiuso sempre in semifinale al terzo posto davanti al pubblico italiano, ma è nel 1994 che Paolo Maldini ha sfiorato la Coppa del Mondo perdendo in finale contro il Brasile ai rigori.
Nel Mondiale di Francia 1998, allenato da papà Cesare. l'Italia è stata eliminata ai quarti dalla Francia ai rigori e sempre i Galletti nel 2000 all'Europeo hanno vinto la finale contro gli Azzurri con il Golden Gol di Trezeguet ai supplementari.
Detto addio all'Italia dopo il Mondiale 2002 con l'eliminazione per mano della Corea del Sud agli ottavi, Maldini ha rifiutato l'invito di Marcello Lippi a tornare a vestire l'Azzurro in vista del Mondiale 2006 poi vinto dall'Italia in Germania.
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La carriera di Paolo Maldini in numeri
Questi i numeri di capitan Maldini nel corso della carriera.
Squadra | Presenze | Gol |
Milan | 902 | 33 |
Nazionale | 126 | 7 |
Cosa fa oggi Paolo Maldini?
Una volta ritiratosi dal calcio giocato nel 2009, con tanto di polemica contro la parte più calda della tifoseria del Milan, Paolo Maldini si è preso diversi anni lontano dal calcio in attesa dell'offerta giusta per tornare da protagonista a scrivere pagine importanti della storia rossonera, ma con altre vesti.
Rifiutata una prima posizione dirigenziale proposta dalla proprietà cinese che ha rilevato il Milan da Berlusconi, Paolo Maldini è diventato direttore dell'area tecnica rossonera nell'agosto 2018 a nove anni dal suo addio a Milanello, scelto dal nuovo proprietario.
Da dirigente vince lo Scudetto 2021/22, ma nell'estate del 2023 viene esonerato per divergenze con la proprietà per la gestione del club e le ambizioni future.
L’ex bandiera rossonera, accostata all’Al-Ittihad per svolgere il ruolo di dirigente nella squadra di Benzema, sarebbe finito ora anche nel mirino del Manchester United.