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Amanda Nunes, la donna che ha cambiato la storia della UFC

Amanda Nunes, la donna che ha cambiato la storia della UFCDAZN
La storia della lottatrice brasiliana: la prima donna del circuito a vincere due cinture nello stesso periodo. Ma anche il primo membro del circuito a fare coming out

E' sempre stato necessario un gran coraggio per essere Amanda Nunes. Una forza bruta e non solo nel gancio, una motivazione feroce e non solo prima di salire sul ring. Si potrebbe quasi dire che sia stato il contorno a renderla una lottatrice, in qualsiasi senso possibile; che avrebbe potuto sfuggire a qualsiasi destino - e l'ha fatto - tranne al combattimento quotidiano. Contro i pregiudizi e le critiche, contro le avversarie e la mancanza di fiducia dell'ambiente (anche da parte dell'UFC), Amanda è sempre emersa però da leonessa.

Non a caso, the lioness è il termine con cui ama definirsi ed essere definita. Sin dalla tenerissima età di quattro anni, quando vide, passeggiando, una vetrina di ragazzi arrabbiati, camici bianchi e disciplina ferrea. Scoccò qualcosa. Una passione. Un amore. La vita scandita dalle mosse di karate.

L'inizio di un percorso lunghissimo, che oggi l'ha portata dritta nella storia dell'UFC. Ecco: prima di conoscere Amanda Nunes, o almeno di provare a farlo, ci sono tre nozioni base da conoscere. La prima: è stato il primo campione, maschio o femmina, apertamente gay del circuito. La seconda: nessuno prima di lei aveva vinto contemporaneamente due categorie di peso diverse (Bantamweight e Featherweight). La terza: le gare della consacrazione definitiva, contro Cris Cyborg o Ronda Rousey, hanno avuto la media durata di poco meno di un minuto. Il tempo di un ruggito come si deve.

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Chi è Amanda Nunes?

Dalla Boxe alla Brazilian jiu-jitsu

I percorsi netti sono ormai quelli delle favole. Nella vita vera dei campioni, e in particolare in quella di Amanda Lourenço Nunes, classe 1988, ci sono stati anni di sacrifici, pazienza, autogestione. Dopo un’infanzia da karateka, Nunes all'età di 16 anni inizia il decollo verso la vetta, turbolenze annesse. Si appassiona alla Boxe, vince qualche match; spronata dalla sorella, si dedica sempre più al Brazilian jiu-jitsu. Si rivelerà un suggerimento fondamentale, anche perché da bruco muscoloso Amanda diventa una farfalla in grado di anticipare le mosse dell’avversario e di contrattaccare con colpi decisi, andando sempre e solo dritta al punto.

A vederla, specialmente nelle prime uscite, è terra e fuoco insieme, un progetto di campionessa nel corpo di una ragazza dall’atletismo spaventoso: alta 1.73 metri, si muove sollevando le punte e giocando sui due piedi, cercando costantemente di prendere il tempo all'avversaria. Ha grinta e si vede. Ha garra e quella l'ha ereditata da sua madre, la prima guerriera di casa.

In un'intervista a UOL Esporte, Nunes racconta quanto abbia di fatto contato l'amore di dona Ivete: "Non mi ha fatto mai mancare nulla, sia a casa che nel mio percorso scolastico. Sono stata felice anche se c'erano pochi soldi". Dona Ivete collaborava con una scuola locale, nei ritagli di tempo vendeva dolci fatti in casa e prodotti di bellezza. "Lavorava tutto il giorno, si è fatta in quattro per mantenere salda la nostra famiglia. Le mie sorelle hanno iniziato presto ad aiutarla, ma lei non voleva togliere un pezzo d'infanzia a nessuno di noi. Io ero piccola e, uniti, abbiamo superato il peggio".

Il calcio, un sogno sfiorato

C'è un altro grande paragrafo, nella storia di Amanda, in cui sua madre è attrice protagonista, o forse proprio antagonista: è il sogno sfiorato della nazionale brasiliana di calcio, altro sport in cui Nunes ha dimostrato di avere il quid in più. “Ero una ragazzina molto vivace, la scuola non faceva per me. Un club chiese a mia madre di tesserarmi: volevano portarmi in una squadra strutturata, per prepararmi a una bella carriera. Lei disse di no: al primo posto c'erano gli studi e io non le avevo dato retta. Col senno di poi, è stata una fortuna. Magari oggi sarei una giocatrice della nazionale brasiliana...".

Le caratteristiche

La sensazione è che non sia diventata cintura rossonera di jiu-jitsu per caso - e chissà oggi dove sarebbe se avesse continuato quel tipo di disciplina. Amanda ha delle doti tecniche non solo uniche, ma anche meravigliosamente funzionali all'UFC e alla MMA in generale. Cosa la rende così formidabile? Intanto, il body power, la forza interiore: possiede una capacità naturale di scrollarsi di dosso i tentativi di takedown, di spingere fuori dal clinch. Ed è una delle pochissime atlete del circuito a portare concretamente la lotta dove vuole, così da avere anche una mossa in più a portata di idea.

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Un'altra firma speciale è nel rilevamento dello spazio, che in uno sport di continuo movimento è una dote estremamente allenata. Prendiamo il match del titolo, contro Tate: Nunes, in fuga verso la vittoria, ha utilizzato un intero arsenale di calci per impedire alla sua avversaria di prendere terreno, di guadagnare distanza. Dal polpaccio all'interno stomaco, ogni colpo è stato sapientemente calcolato e prodotto dall'istinto del momento. Ha esattamente questa tendenza, la leonessa: non solo individua la preda, ma l'azzanna finché non resta lì, quasi inerme, per l'ultimo boccone. Spesso quello del k.o.

Nota e neanche troppo a margine: ricordate il suo trascorso nella Boxe? Probabilmente, le doti da firefighter sono le migliori. Movimenti di testa e gioco di gambe, dritto pesante e jab sinistro che suona come una campana. Negli scontri "a fuoco", e da qui il termine inglese, ha la potenza e la precisione per terminare il match di chiunque.

Carriera

Le doti giuste. La testa a posto. Una grande voglia di arrivare e di arrivarci attraverso lavoro, dedizione, determinazione. La decisione di spostarsi negli Usa per provare a praticare ad alti livelli le arti marziali miste è una dolce conseguenza di tanti ragionamenti. Parte dal New Jersey, presto si sposta a Miami, dove inizia ad allenarsi nella palestra MMA Masters. Il debutto è nelle categorie con limite massimo di peso di 61-65 chili e l'otto marzo del 2008 arriva la ghiotta chance del Prime MMA contro Ana Maria. Risultato: sottomissione al primo round. Delusione pazzesca. Reazione immensa.

"Neanche sapevo cosa fosse l'MMA, ero agli inizi e avevo ancora la mente improntata sul jiu-jitsu. Mi aveva combinato tutto mio zio, ce l'avevo nel sangue e mi sono buttata...". Voleva sentire l’esperienza sulla sua pelle. E la sente tutta. Nei minimi dettagli. Ma la sconfitta fa sì che Amanda si dedichi totalmente e unicamente alla lotta. Dopo quella disfatta, arrivano cinque vittorie di fila. E quando sembra esser finita per mancanza di fondi - appena 20 dollari in banca e ancora poche nozioni di inglese -, Amanda viene notata da un uomo interno al circuito Strike, Chris Wander. Le dà una casa, le dà un visto, le dà la possibilità di allenarsi e soprattutto quella di competere. Il 7 gennaio del 2011, firma il suo primo contratto con StrikeForce; otto mesi più tardi, il primo main event della sua carriera contro Alexis Davis, terminato con una sconfitta per k.o.

L'inizio inarrestabile in UFC

Dopo un anno con Invicta FC, l'UFC la ingaggia nell'estate del 2013 e al debutto Amanda vince per KO tecnico al primo round contro Sheila Gaff. Da lì non si ferma più, tranne nel settembre del 2014 contro Cat Zingano all'evento UFC 178. Nella notte del 9 luglio 2016, mentre tutto il mondo attende McGregor contro Diaz, a fare la storia è proprio Nunes, che per la prima volta vince il titolo dei Pesi Gallo Femminili contro l'americana Tate. Un titolo che le cambia la carriera e che difende per ben tre volte contro Rousey (KO tecnico per pugni), Shevchenko (decisione) e Pennington (TKO per pugni).

Non soddisfatta - eufemismo -, il 29 dicembre del 2018, in appena cinquantuno secondi di match, abbatte la superstar e connazionale Cris Cyborg per KO tecnico dopo una serie di ganci che avrebbe tramortito anche i più impavidi: per la prima volta nella storia, una donna ha due cinture MMA (tra gli uomini è accaduto solo due volte) ed entrambe le stanno benissimo. Oltre ai Pesi Gallo è anche campionessa dei pesi piuma femminile.

Vittoria, vittoria, vittoria. Nunes non si è più fermata difendendo i suoi due titoli a più riprese contro Holm, de Randamie, Spencer e Anderson. La prossima? Amanda ci ha scherzato su: nel mirino c'è Kim Kardashian.

La sconfitta contro Julianna Pena

Ma, si sa, anche i più grandi prima o poi sono destinati a cadere. Ed è successo recentemente anche ad Amanda.

Gli organizzatori hanno sempre faticato a trovarle una degna avversaria, ma il colpo di scena è arrivato nei pesi Gallo: a strapparle la cintura una straordinaria Julianna Pena, che prima del match era data per spacciata. La vittoria, arrivata per sottomissione con una presa al collo, dopo essere andata praticamente al tappeto nel primo round. L'era di Amanda è finita così, contro la 32enne americana. 

Contro quella che anni fa era solo una ragazza sovrappeso decisa in adolescenza ad allenarsi per rimettersi in forma, fino ad incontrare il mondo del combattimento. Un colpo di scena da Hollywood, nulla di più, nulla di meno.

Vita privata

Amanda è omosessuale dichiarata e non è stato facile emergere con questa forza da un piccolo paese alle porte di Salvador de Bahia. "A sedici anni mi sono innamorata di una ragazza, ma non ho mai avuto il coraggio di dirglielo e ho lasciato perdere - aveva ancora raccontato a UOL Esporte -. Sono cresciuta e mi sono stancata di nascondermi, di dover frequentare ragazzi davanti a mia sorella, di dover raccontare bugie a mia madre". Ha scelto di vivere apertamente la sua sessualità anche con il mondo UFC, segnando una prima volta pesantissima in un movimento che resta tipicamente conservatore.

Oggi Nunes ha una relazione con una collega, Nina Ansaroff, conosciuta proprio nell'esperienza a Miami. "La vidi in una seduta specifica di combattimento e mi fece da sparring partner. Io non mi alleno mai con le ragazze, ho paura di farle male - il suo racconto -. Ecco, Nina l'ho colpita forte, sono andata aggressiva, ma lei continuava a incassare senza fiatare. Ho pensato: 'Questa ragazza ha talento!'. Da lì è nata una bellissima amicizia, poi sfociata in amore". Alle volte, non solo rose: anche i pugni sanno come fiorire.

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