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La Ferrari e quella sosta in meno: così Leclerc ha trasformato un azzardo in un trionfo

Marco Bruckner
La Ferrari e quella sosta in meno: così Leclerc ha trasformato un azzardo in un trionfoN/A
Intuito, talento, follia e una perfetta strategia del muretto rosso: tutti i fattori che hanno portato alla vittoria di Monza

Intuito, talento e un pizzico di follia. Sono questi gli elementi che hanno portato Charles Leclerc a trionfare a Monza per la seconda volta in carriera. Il monegasco si è reso protagonista di una gara straordinaria, permessa anche dall’astuta strategia messa in pratica dal muretto Ferrari. Sia Leclerc che Sainz hanno infatti effettuato una sosta in meno rispetto ai rivali, ma solo il primo è stato in grado di trasformare questo azzardo in un trionfo. Sainz ha comunque chiuso quarto una gara discreta, in cui ha anche aiutato il compagno, tenendo alle spalle Oscar Piastri e Lando Norris quanto possibile. Andiamo ora ad analizzare lo stint su gomma dura del monegasco, ovvero la parte di gara che gli ha permesso di conquistare la vittoria in Brianza. Sia i piloti della McLaren che quelli della Ferrari sono partiti con gomma media. Il primo a fermarsi dei quattro è stato Lando Norris, che ha montato la mescola dura al 14° giro su 53. Una tornata dopo ha reagito Leclerc, effettuando l’unico pit stop della sua giornata.

Piastri si è fermato al 16°, mentre Sainz ha aspettato qualche giro, passando dai box al 19°. Nei giri che è rimasto in pista con gomma media lo spagnolo ha perso molti secondi e, forse, anche la possibilità di lottare per il podio. In ogni caso, il fatto di essersi fermato prima di Sainz valorizza ulteriormente la gara di Leclerc. Sainz non ha potuto nulla contro le due McLaren, ma nonostante ciò il suo passo non è crollato. Il numero 55 ha corso su buoni ritmi, ma non quanto quelli di Leclerc. A far impressione, in particolare, è la costanza dei tempi del monegasco, che è riuscito a interpretare perfettamente il comportamento della sua gomma in una giornata in cui il degrado ha messo in difficoltà tutti i team e i piloti. Questa costanza gli ha permesso di avere la meglio sul compagno di squadra, ma soprattutto sulle McLaren, che partivano favorite dopo aver bloccato la prima fila in qualifica. Sia Piastri che Norris sono stati chiari nel sottolineare che l’opzione di effettuare una sola sosta non fosse possibile per la McLaren.

Le monoposto del team di Woking hanno sofferto il degrado più della Ferrari. Gli aggiornamenti “ad hoc” portati per Monza sembrano dunque aver funzionato per il Cavallino. Il team di Woking ha preferito giocare in difesa, consapevole anche della propria forza e fiduciosa di poter rimontare la Ferrari, nel caso la rossa avesse optato per il “jolly” della sosta singola. La velocità di Piastri non è invece stata sufficiente per riprendere Leclerc, che è stato in grado di mantenere un ritmo più che discreto. L’australiano ha spinto al massimo dopo la seconda sosta, effettuata al 38esimo giro su 53, recuperando oltre un secondo al giro al monegasco, che però non è mai crollato ed è riuscito a gestire il vantaggio guadagnato evitando la seconda sosta. Da sottolineare, dunque, non è solo la grande prestazione di Leclerc, ma anche il buon rendimento mostrato dalla Ferrari nelle ultime due gare, corse in due circuiti molto diversi come Zandvoort e Monza. In particolare, la rossa ha ottenuto un podio in Olanda e la vittoria nel GP di casa grazie a un degrado della gomma molto contenuto, il che sottolinea il grande lavoro svolto a Maranello. Proprio la gestione del degrado era infatti il più grande difetto delle monoposto del 2022 e del 2023. Quella di Monza è una pista anomala, che non rappresenta perfettamente i reali valori in gioco, ma, in ogni caso, la Ferrari vista nelle ultime due uscite può guardare all’ultima parte del Mondiale con ottimismo.

Fonte: Gazzetta.it