Continuare o non continuare, questo è il dilemma. Anzi, era il dilemma. Se prima erano solo supposizioni, adesso è ufficiale. Qualcuno non voleva crederci, sperando che quel giorno non arrivasse mai. Altri non riuscivano più a vederlo così in basso in classifica. Sta di fatto che quel giorno è arrivato: Valentino Rossi ha comunicato che questa sarà la sua ultima stagione in MotoGP. È la fine di un’epoca, la fine di una favola bellissima. Lui che era l’ultimo componente della vecchia guardia di piloti e che ha fatto la storia di questo sport.
Sono passati 25 anni da quel 31 marzo 1996, giorno in cui Rossi fece il suo esordio nel Motomondiale in sella all’Aprilia RS 125 R. Un quarto di secolo in cui il Dottore ha regalato vittorie leggendarie, sorpassi iconici e rimonte incredibili. Ripercorriamo allora la sua carriera, con un pizzico di nostalgia.
L’esordio in 125
Il nome non prometteva nulla di buono per un motociclista: Va-lentino. E invece sotto quei boccoli dorati e quello sguardo da Gian Burrasca si nascondeva un animo infuocato. A diciassette anni Valentino comincia la sua avventura mondiale in 125. Il primo podio in carriera arriva dopo pochi mesi, grazie al terzo posto nel GP d’Austria. Pochi giorni dopo, Rossifumi (si faceva chiamare così per la sua passione per il pilota giapponese Norifumi Abe), arriva la prima pole e soprattutto la prima vittoria in carriera sul circuito di Brno. La sua stagione da rookie si chiude al nono posto in classifica.
L’anno dopo, Valentino passa al team ufficiale Aprilia, vincendo il suo primo titolo mondiale il 31 agosto 1997 a Brno, lo stesso circuito dove aveva ottenuto la prima vittoria. Il numero 46 domina su tutti i fronti, regolando i rivali giapponesi con ben undici vittorie su quindici gare.
Il passaggio in 250
Il 1998 è l’anno del passaggio in 250, sempre in sella all’Aprilia. La stagione comincia con due cadute nelle prime due gare, ma poi inizia una rimonta che lo porta fino al secondo posto in campionato dietro a Capirossi. L’anno successivo si rifà con gli interessi e al termine del GP di Rio de Janeiro porta a casa il secondo titolo mondiale, il primo della quarto di litro.
L’approdo in 500
Altra data da ricordare per Rossi è il 19 marzo 2000 che segna il suo esordio nella top class sul circuito di Phakisa, in Sudafrica, in sella alla sua nuova Honda. In realtà il debutto non è indimenticabile, visto che non conclude la gara, ma è l’inizio della sua avventura nella classe regina. Sarà una stagione di apprendimento per Valentinik, che nella prima parte faticherà molto, per poi uscire alla distanza e addirittura piazzarsi al secondo posto dietro soltanto al campione Kenny Roberts Junior.
Valentino diventa Dottore
Con un anno di esperienza alle spalle, Rossi si presenta ai nastri di partenza della stagione 2001 con l'obiettivo di puntare al titolo. Il ragazzo di Tavullia non delude e il 14 ottobre a Phillip Island si laurea per la prima volta campione nella top class, ottenendo il terzo titolo in carriera. Valentino diventa finalmente Dottore.
La 500 diventa MotoGP
Il 2002 è l’anno del passaggio dalla 500 alla MotoGP, caratterizzata dalla possibilità di schierare motori a quattro tempi da 990 cm³. Una rivoluzione tecnica che non frenerà il dominio di Vale, migrato con tutta la sua squadra nel team Repsol Honda.
Il quarto mondiale e l’inizio del dominio
Undici vittorie, quattro secondi posti, sette pole e 355 punti: numeri che gli valgono il secondo titolo consecutivo, diventa il primo motociclista della storia a laurearsi campione in quattro classi differenti.
Il quinto titolo di Vale
Nel 2003 Rossi non si limita a vincere, ma stravince. Per la prima volta in carriera, il Dottore riesce ad andare a podio in tutte le sedici prove della stagione: una superiorità imbarazzante che trova la sua massima espressione a Phillip Island quando, dopo aver ricevuto dieci secondi di penalizzazione a causa di un sorpasso effettuato su Melandri in regime di bandiere gialle, impone un ritmo insostenibile agli avversari e domina la gara rifilando quindici secondi di svantaggio al secondo classificato Capirossi.
Il clamoroso passaggio in Yamaha
Il mondiale 2003 è anche quello della fine della storia d’amore tra la Honda e Valentino, il quale, in scadenza di contratto a fine stagione, rifiuta la proposta di rinnovo. Il risultato è uno dei trasferimenti più clamorosi nella storia del motociclismo: il passaggio agli acerrimi rivali della Yamaha, in piena crisi tecnica.
La sfida è tutt’altro che semplice: risollevare le sorti di una casa totalmente allo sbando. Sfida che regala nuovi stimoli al campione di Tavullia, che subito si rimbocca le maniche per riportare in alto la casa di Iwata.
Nonostante il breve periodo di messa a punto alle spalle, Rossi riporta subito la M1 davanti a tutti all’esordio stagionale in Sudafrica, dopo una gara fatta di sorpassi e controsorpassi al limite con il rivale di sempre Max Biaggi. È il nome dell stesso circuito a dare il benvenuto a Rossi nel nuovo mondo Yamaha: Welkom. Nel corso della stagione ottiene altre otto vittorie, due secondi posti e cinque pole, mettendosi alle spalle le Honda di Biaggi e Gibernau. È l’impresa più grande compiuta dal Dottore: vincere il mondiale in sella alla Yamaha, che gli permette di togliersi l’etichetta di vincente solo perché sulla moto migliore. Rossi succede così dopo ben dodici anni a Rainey, ultimo pilota Yamaha a conquistare il titolo della top class.
Il Dottore si ripete l’anno successivo, conquistando a Sepang il suo quinto titolo mondiale consecutivo in classe regina, il settimo in carriera.
Il Dottore abdica
Il 2006 non si apre bene per Vale, nei primi cinque GP ottiene un quattordicesimo posto e due ritiri. Il campionato è segnato dal testa a testa con Hayden. L’ultima, decisiva, gara si corre a Valencia: il Dottore è in testa alla classifica, ma dopo una caduta in avvio, non riesce ad andare oltre il tredicesimo posto. A Hayden basta un terzo posto per laurearsi campione del mondo, interrompendo il regno quinquennale di Valentino.
Nel 2007 entra in vigore il nuovo regolamento della MotoGP, che rimescola le carte in tavola e non premia Rossi. Il 46 alla fine si classificherà terzo, dietro al nuovo campione del mondo Stoner e a Pedrosa.
Il ritorno alla vittoria
Nel 2008 Vale cambia gomme e compagno di squadra. La diversa fornitura di pneumatici tra i due piloti - Bridgestone per Rossi e Michelin per Lorenzo -, porta a una convivenza burrascosa. Il box Yamaha viene letteralmente diviso a metà per evitare il passaggio di dati tecnici fra le due squadre. Nella prima parte di stagione Rossi fatica, ma a partire da Laguna Seca, ottiene una serie di vittorie decisive per il titolo. A Motegi, con tre gare di anticipo, Valentino torna campione del mondo dopo due anni, arrivando a otto titoli iridati.
L’ultimo titolo di Valentino
Quello del 2009 è un campionato che passerà alla storia per due motivi. Il primo è uno dei sorpassi più incredibili della storia del motociclismo, quello di Rossi ai danni di Lorenzo all'ultima curva del GP di Catalunya, dove spazio proprio non ce n’era. Il secondo è che si tratta dell’ultimo mondiale vinto dal Dottore, il nono in carriera, eguagliando così Carlo Ubbiali e Mike Hailwood.
L’infortunio
Nelle prime tre gare del 2010, Rossi conquista tre podi, ma questo ruolino s'interrompe durante le prove del Mugello, in cui Rossi viene disarcionato dalla sua M1, riportando una frattura scomposta ed esposta di tibia e perone. L’infortunio lo costringe a operarsi e a saltare quattro GP, perdendo così punti preziosi in classifica. Finirà la stagione al terzo posto, prima di lasciare la Yamaha per approdare in Ducati.
Il fallimento in Ducati
Il binomio Rossi-Ducati non decollerà mai: Valentino non otterrà nessuna vittoria, riuscendo a raggiungere al massimo tre podi. Lo stile della Ducati non è per niente congeniale alla guida di Rossi, e dopo due anni chiusi con un settimo e un sesto posto in campionato, le parti decidono di separarsi.
Il ritorno in Yamaha
Nel 2013 Il Dottore torna in Yamaha, un amore mai finito destinato a durare fino alla fine della sua carriera. Nella stagione del ritorno, Rossi chiude quarto, ma ritrova una vittoria in gara che mancava da oltre due anni.
I mondiali sfumati
Rinfrancato da un'annata decisamente migliore al periodo in Ducati, Valentino comincia il 2015 con il piglio giusto, vincendo in Qatar una gara che si chiude con un podio tutto italiano con Dovizioso e Iannone. Al Sachsenring arriva un importante primato: con 18 anni e 342 giorni, raggiunge il record per il più lungo intervallo di tempo trascorso tra il primo e l'ultimo podio nel Motomondiale, superando il precedente primato che Ángel Nieto deteneva dal 1986.
In Malesia chiude terzo, ma dopo essere stato protagonista di un duello molto aggressivo con Márquez, lo spagnolo cade dopo un contatto sospetto col 46: a fine gara la direzione sanziona Rossi, facendolo partire dall’ultima posizione nel GP successivo. Questo handicap compromette la possibilità per Rossi di portare a casa il mondiale: partendo dal fondo a Valencia, riesce a recuperare ventidue posizioni e a tagliare il traguardo al quarto posto, ma non basta: Lorenzo vince gara e titolo per appena cinque punti.
L’anno successivo, il 2016, è quello della sfida con Márquez. Sfida che verrà vinta dallo spagnolo, a causa dei tanti ritiri del Dottore: quattro, troppi per un pilota che punta al titolo.
L’ultima vittoria in MotoGP
Il 2017 è l’anno dell’ultima vittoria di Vale in MotoGP: il 25 giugno ad Assen, un anno dopo l’ultima volta. e la sua 115ª vittoria, a quasi ventun’anni dalla prima. A 38 anni e 129 giorni, diventa inoltre il più anziano vincitore nella storia della MotoGP, superando dopo undici anni Troy Bayliss, che aveva trionfato a Valencia a 37 anni e 213 giorni. È anche il più vecchio italiano a ottenere un successo nella top class, scalzando Nello Pagani, che nel 1949 aveva vinto a 37 anni e 328 giorni. Dopo Assen, Vale non riesce più a ripetersi, chiudendo il campionato in quinta posizione.
L’ultimo podio
Nei tre anni successivi Rossi continua a faticare, complici anche le innovazioni tecnologiche che hanno reso le nuove moto completamente diverse da quelle a cui era abituato. L’ultimo podio risale al 26 luglio 2020, nel GP di Andalusia. E proprio il 2020 si rivelerà il peggior anno della sua carriera, chiudendo la stagione al quindicesimo posto, suo peggior piazzamento di sempre nel motomondiale.