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Sainz è il golden boy del mercato piloti. E ora la Red Bull...

Salvo Sardina
Sainz è il golden boy del mercato piloti. E ora la Red Bull...N/A
La prestazione di Carlos a Melbourne apre nuovi scenari in ottica 2025: non solo le ipotesi Sauber-Audi e Mercedes, perché potrebbe tornare a correre come compagno di Verstappen come in Toro Rosso nel 2015 e 2016
È bastata una sola gara per mettere d’accordo tutti. Così, dopo lo strepitoso trionfo di Melbourne, Carlos Sainz diventa l’uomo più prezioso del mercato piloti della Formula 1, fino a eventuali mosse a sorpresa di Max Verstappen che potrebbero incendiare le trattative per definire la griglia di partenza del Mondiale 2025. Il GP d’Australia ha reso lo Smooth Operator – il nomignolo indica una persona che adempie ai propri compiti senza inconvenienti, e lo accompagna sin dai tempi della McLaren ricordando una celebre canzone degli anni ’80 – ecumenico. Non poteva essere altrimenti dopo una prestazione sontuosa, quasi eroica considerando i postumi dell’operazione chirurgica per risolvere l’appendicite acuta che lo ha colpito poco più di due settimane fa.  Nonostante i fastidi fisici e lo scarso allenamento dei giorni scorsi che lo hanno costretto ad appoggiarsi con il casco alla carrozzeria della sua Ferrari per rilassare i muscoli del collo sul finale di gara, Carlos ha dominato una corsa tatticamente complicatissima. Mettendo in mostra una delle sue caratteristiche più preziose: la capacità di gestire al meglio le gomme mandandole in temperatura dolcemente al fine di allungarne la durata. Emblematico in tal senso è stato il primo stint del GP, quello più delicato perché percorso con le Pirelli “gialle” e con le macchine appesantite dal carico di benzina: Sainz è riuscito ad arrivare fino al giro 16, più in là di qualunque altro pilota del gruppo di testa (Norris e Perez si sono fermati al 14° passaggio). A differenzi di tutti gli altri, lo ha fatto con un ritmo impressionante, guadagnando a tratti fino a un secondo sugli inseguitori: un capolavoro di gestione che può essere considerato come una delle chiavi del trionfo di Melbourne. Oltre ovviamente al ritiro di Verstappen, che innegabilmente ha facilitato l’impresa della Ferrari.  In un solo weekend Sainz si è insomma confermato non solo veloce in qualifica – solo un piccolo errore nel giro decisivo in Q3 lo ha privato di una pole position che era alla portata – ma abilissimo nel gestire macchina e gomme in condizioni (anche fisiche) difficili. Inevitabile dunque che, dopo essere stato scaricato dal Cavallino in ottica 2025, un pilota del genere possa fare ancora più gola alle squadre rivali. Le opzioni sul piatto sono svariate e tutte ugualmente intriganti. “Personalmente non mi sono dato dei tempi per decidere con chi correre – spiegava in tempi non sospetti (giovedì scorso) Carlos interrogato sul suo futuro in F1 – anzi voglio del tempo per fare la miglior scelta possibile. Ovviamente stiamo parlando un po’ con tutti”.  Una delle ipotesi resta quella della Sauber, che certo al momento non è particolarmente appetibile, ma che tra due anni diventerà la squadra ufficiale dell’Audi. La casa di Ingolstadt ha già rilevato il 100% delle quote del team e sta operando una ristrutturazione profonda in vista del suo debutto nel 2026, e puntare su Sainz come prima guida sembra una delle opzioni più interessanti. Ad aiutare nella trattativa c’è anche il rapporto di fiducia con papà Carlos, che da anni è un uomo forte Audi e proprio in questa stagione ha vinto il Rally Dakar al volante dell’innovativa RS Q e-tron. I rischi nell’operazione però non mancano: quello 2025 potrebbe essere un anno di transizione a centro gruppo, senza contare che l’esordio di un V6 turbo ibrido completamente nuovo nel 2026 non è garanzia di immediato successo, visto che la casa degli Anelli si confronta contro motoristi che hanno un’esperienza enorme nel campo delle power unit da Formula 1. È anche per questo che Sainz avrebbe accolto di buon grado un rinnovo anche soltanto biennale con la Ferrari, in modo da valutare la competitività Audi e scegliere l’opzione migliore in ottica 2027.  Anche per via di questi dubbi si aprono possibili strade di alto profilo. Da non sottovalutare è la pista Mercedes, sulla scia della spesa che Toto Wolff è solito fare con le persone che hanno lavorato a Maranello (l’ultimo caso della lista è quello del progettista Simone Resta). In questo caso, si concretizzerebbe quasi uno scambio secco tra Hamilton e Sainz. E se sul piano mediatico o storico il paragone tra i due è impossibile, è vero che un Carlos come quello visto a Melbourne avrebbe poco da invidiare alla versione attuale del sette volte campione del mondo. La Mercedes però non ha fretta di decidere, anche perché Wolff ha chiarito a più riprese di voler provare a sostituire Hamilton con lo storico rivale Verstappen, nel caso in cui il clima cupo all’interno al box Red Bull dovesse farsi troppo pesante. Super Max è l’unico pilota che in questo momento avrebbe più mercato di Sainz.  Proprio in quest’ultima ipotesi, allora non sarebbe da escludere un ritorno in Red Bull, che anzi sta prendendo sempre più piede. Resta da valutare però la questione dei rapporti con i vertici del team, visto che Sainz (come Verstappen) è cresciuto sin dalle categorie giovanili nel Junior Team messo in piedi da Helmut Marko, ma nel 2017 è andato via dalla Toro Rosso (dove nel 2015 e 2016 aveva corso proprio con Max) sbattendo la porta a stagione in corso. Al netto di questi dubbi, la strada verso Milton Keynes può essere percorsa anche nel caso in cui Max dovesse rispettare il contratto fino al 2028, visto che c’è un Sergio Perez in scadenza a fine anno. A cambiare sarebbero però le prospettive, perché è ovvio che con qualsiasi altro pilota Sainz avrebbe la legittima aspirazione di giocarsi le proprie carte alla pari, mentre di fianco a Max il suo ruolo sarebbe inevitabilmente quello di una seconda guida più o meno dichiarata. A disposizione ci sarebbe però una macchina che nel 2025 rischia di essere ancora il punto di riferimento della categoria, ammesso e non concesso che il cerchio magico messo in piedi in questi anni da Christian Horner – con Marko, Verstappen e il genio della tecnica Adrian Newey – resista alle lotte di potere interne.