In Italia si sente a casa. A Bologna, dove vive con la famiglia e dove studia il più piccolo dei suoi figli, gli capita di passeggiare per strada e di essere fermato dalla gente. "Mi chiedono una foto o un autografo. Sono calorosi, ma anche rispettosi. A Enstone e a Zurigo, dove sono stato quando ero alla Renault e alla Sauber, non ho mai fatto una foto...". Potere della Ferrari che Frédéric Vasseur sta scoprendo giorno dopo giorno, da un anno e mezzo, da quando cioè è diventato team principal prendendo il posto di Mattia Binotto. Una scelta di John Elkann vista all’inizio con scetticismo da molti, perché Vasseur non aveva mai guidato un grande team in F.1, nonostante una carriera trentennale nelle corse. Finora, però, i risultati hanno dato ragione a lui e a chi lo ha voluto. La vettura del Cavallino è tornata a galoppare, dopo un 2023 dominato da Max Verstappen sulla Red Bull, e quest’anno ha già centrato due trionfi in Australia con Carlos Sainz e domenica a Montecarlo con Charles Leclerc, che ha spezzato la maledizione della pista di casa.
Per Vasseur non potrebbe esserci modo migliore di festeggiare i 56 anni, che compie oggi. Fra i suoi meriti c’è stato sicuramente quello di aver costruito sulle fondamenta gettate in precedenza. Il francese è entrato in punta di piedi a Maranello. Ha confermato i vertici tecnici della squadra, lasciando Enrico Cardile a capo dello sviluppo dell’area telaio, coadiuvato dall’aerodinamico Diego Tondi, ed Enrico Gualtieri a capo del reparto power unit. Poi è intervenuto quasi subito sull’organizzazione del resto della squadra, cercando di migliorare innanzitutto le operazioni di gara, che erano state un punto debole durante la gestione Binotto (ricordate il clamoroso flop tattico di Montecarlo 2022 e non solo?). Così Inaki Rueda, il capo delle strategie, è stato rimpiazzato dal giovane Ravin Jain. Inoltre Vasseur ha deciso di affidarsi al muretto ai due veterani Diego Ioverno, nel ruolo di direttore sportivo, e Matteo Togninalli come capo degli ingegneri di pista. Il resto sono stati aggiustamenti qui e lì, all’insegna della stabilità, ma decisivi perché il team fosse motivato e con una mentalità diversa. "Dobbiamo rischiare di più, se vogliamo lottare per la vittoria. Non deve esserci la paura di sbagliare. Tutti dobbiamo spingere nella stessa direzione" è stato il messaggio di Vasseur agli oltre mille dipendenti della Gestione Sportiva.
Il team principal si è inoltre mosso bene sul mercato con il reclutamento di parecchi ingegneri da altre squadre, fra cui la Red Bull, e con l’ingaggio dalla Mercedes di Loic Serra, che risponderà direttamente a Cardile, diventato nel frattempo direttore tecnico. Infine, ha posto le premesse per l’ingaggio nel 2025 di Adrian Newey, il genio della Red Bull, che sarebbe il colpaccio definitivo. La diplomazia di Vasseur non è utile solo nelle dinamiche politiche all’interno del paddock, come dimostra il rapporto che riesce a tenere con l’amico-rivale Toto Wolff. Le sue doti di mediatore servono soprattutto con i piloti, ragazzi che conosce bene, e dai quali riesce a ottenere il massimo. Così ha fatto sentire Leclerc un leader anche quando vinceva Sainz, cambiando l’ingegnere di macchina del monegasco (da Imola c’è Bryan Bozzi). Ha fatto in modo che Sainz, generoso scudiero di Charles a Montecarlo, continuasse a giocare da uomo squadra pur sapendo che l’anno prossimo sarà sostituito da Lewis Hamilton. Con la stessa capacità di persuasione, ha convinto Hamilton a sposare il progetto Ferrari per i prossimi anni, facendo leva sul fatto di conoscerlo fin dai tempi del Team Art in GP2. La chiamata per Lewis è arrivata da Elkann, ma la trattativa l’ha condotta Vasseur.
Una delle qualità di Vasseur che colpiscono di più è il fatto che sia sempre calmo, scherzoso e ottimista (anche se dietro le quinte lo descrivono molto deciso e a volte anche duro). Forse perché abituato in passato a fare i conti con ben altri problemi, quando era in dubbio la sopravvivenza dei suoi team. Questa serenità sta facendo bene all’ambiente della Ferrari. Vasseur ha stabilito priorità e obiettivi chiari. E ora che il Mondiale potrebbe riaprirsi, se la rossa confermerà i progressi legati agli sviluppi anche in Canada e in Spagna, il capitano Fred ha davvero di che sorridere.
Fonte: Gazzetta.it