Il poker non è fatto solo di carte e chips, ma anche di persone. Sono loro che dobbiamo affrontare quando ci sediamo al tavolo di un torneo dal vivo. Per questa ragione, oltre a conoscere la tecnica, la strategia e gli elementi matematici del gioco, è molto importante riuscire a leggere l’atteggiamento di chi ci sta di fronte. Non si tratta di essere raffinati psicologi – anche se qualche concetto base può aiutare – quanto piuttosto di saper individuare quei segnali del corpo che indicano uno stato d’animo o un’intenzione. Possono essere gesti, ad esempio il modo di puntare le chips o quante volte un giocatore controlla le proprie carte, e anche espressioni verbali. Nella terminologia del poker, questi segnali sono chiamati tells .
Tutti i migliori giocatori di poker live sono abili nel riconoscere cosa si nasconde dietro ai tells, un po’ come viene raccontato in un episodio della famosa serie televisiva Lie to Me . Molti sono anche esperti nell'uso della parola e del discorso durante un’azione di gioco, al fine di raccogliere informazioni sugli avversari o influenzarli. Questa è una strategia psicologica che mira a destabilizzare e indurre l'avversario a fare errori, strutturata in due “scuole” di pensiero.
Una di queste strategie è lo speech play . Viene usata dai chiacchieroni del poker, quelli che parlano tanto durante l’azione, ma non a caso. I loro continui discorsi, fatti di domande ripetitive e improvvisi cambi di tono, hanno lo scopo di scardinare le difese mentali dell’avversario, cercando di ottenere un tell verbale sulla sua mano. Sono fastidiosi eppure attenti a non eccedere, come accade invece ai cosiddetti trash talkers. Il termine trash talk nel poker indica l’uso di provocazioni, commenti sarcastici o offensivi con l'intento di innervosire o distrarre un avversario. A differenza dello speech play, che è più sottile e strategico, il trash talk è generalmente più diretto, aggressivo e viene spesso sanzionato dai direttori del torneo.
La forma tipica di speech play cerca di creare dubbi sull’esito della giocata. Ad esempio, dire "Se foldi, ti mostro la mia mano", oppure "Hai una coppia bassa, vero? Non so se ti conviene proseguire con le carte che ci sono sul tavolo", sono esempi di speech play. Jamie Gold , campione del mondo nel 2006, e Daniel Negreanu , vincitore di 7 braccialetti WSOP, sono entrambi esperti di questa strategia. Tuttavia, il numero uno in questo campo è l’inglese William Kassouf , ottimo giocatore a livello internazionale, ma campione soprattutto di verbosità. Il suo speech play a volte diventa eccessivo, e questo gli è costato alcune sanzioni. La sua performance più famosa è andata in scena al Main Event delle World Series Of Poker 2016, quando ha infastidito per più di 5 minuti il canadese Griffin Benger. Lo show, però, non è servito a Kassouf, che ha chiamato con KK solo per trovarsi davanti i due Assi di Benger!
Esempi di frasi da trash talker sono invece: “contro di me non ce la fai” o “non sei abbastanza bravo per giocare questo torneo”. In questo campo spiccano due nomi molto noti: Antanas “Tony G” Guoga e Mike Matusow . A loro si può aggiungere il recordman delle WSOP, Phil Hellmuth , n.1 nel trash talk in formato piagnisteo!
Se volete conoscere meglio tutti i peggiori e i migliori trash talker del poker, il rimando è all’articolo pubblicato su PokerStarsnews.it