I tornei di poker sono prima di tutto una competizione ‘gestionale’. L’obiettivo è infatti quello di far crescere il proprio stack, cioè la dotazione iniziale di chips (o gettoni), il più possibile nel corso del torneo. Tutti i giocatori partono con lo stesso stack ma, alla fine, il vincitore del torneo sarà colui che avrà conquistato tutte le chips in circolazione.
Per farlo è ovviamente indispensabile prendere chips agli avversari, ma è altrettanto importante non sprecare le proprie. Man mano che lo stack si assottiglia, risalire la china diventa sempre più difficile, perché l’entità ridotta delle puntate è meno efficace. Quando un giocatore si trova in situazione di short stack, il gioco si riduce al cosiddetto push o fold, cioè andare all-in preflop oppure buttare via la mano di partenza se non è abbastanza buona. L’attesa ha però un limite, perché l’aumento dei bui erode il già misero stack.
Insomma, quando in un torneo di poker le chips scarseggiano, la remuntada diventa difficile. Ma non impossibile: tant’è che qualcuno è riuscito a vincere il torneo dopo essere rimasto con soltanto una chip! Per queste rarissime situazioni è stata coniata l’espressione one chip one chair, che in sostanza significa: finché hai almeno un gettone, rimani seduto al tavolo perché tutto può succedere!
Si dice che one chip, one chair (o a chip and a chair, non vi è certezza sulla formulazione) sia stata pronunciata per la prima nel 1982 da Jack Straus (1930-1988). Soprannominato Treetop (‘sequoia’) per i suoi due metri abbondanti di altezza, Straus appartiene a quella generazione di campioni che a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta ha contribuito alla diffusione dei grandi tornei di poker negli Stati Uniti. Alle World Series Of Poker di Las Vegas, Straus è arrivato tre volte al final table del Main Event e ha vinto due titoli. Uno di questi è proprio il Main Event 1982.
Raggiunta la penultima giornata del torneo, Jack Straus mette tutto il suo stack al centro del tavolo, senza però dichiarare esplicitamente "all-in". Perde la mano, si alza dalla sedia e si dirige verso l’uscita, convinto di essere stato eliminato. Il dealer, però, lo richiama e gli fa notare che gli è rimasta una singola chip da 500. A quel punto sembra che Jack Straus abbia pronunciato la celebre frase.
Nonostante le probabilità di rimonta siano minime, Treetop decide di tornare al tavolo e, mano dopo mano, riesce incredibilmente a ricostruire il suo stack, qualificandosi per il tavolo finale. Il giorno seguente, il gigante texano vincerà il suo primo e unico Main Event WSOP, superando Dewey Tomko e aggiudicandosi un premio di $520.000. Nell’ultima mano, Straus e Tomko si giocano tutto preflop con in mano rispettivamente A-10 e A-4 (di quadri): al flop si materializza un 4 che porta in vantaggio lo sfavorito Tomko, ma un 10 al river fa giustizia e consegna a Straus il titolo.
Questo non è però l’unico caso di vittoria da ‘a chip and a chair’. L’italiano Giuliano Bendinelli ha realizzato un’impresa simile, vincendo nel 2022 il Main Event dell’EPT di Barcellona, dopo essere rimasto con poco più di un big blind!
Il racconto di quella clamorosa impresa è su PokerStarsnews.it.