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L’arbitraggio nel poker: il caso Koroknai al Main Event WSOP 2012

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L’arbitraggio nel poker: il caso Koroknai al Main Event WSOP 2012DAZN
I "Tournament Director" non sono sempre esenti dall'intervento, come dimostra l'episodio con protagonista l'ungherese

Può sembrare strano, ma anche nei tornei di poker servono gli arbitri. Ad esempio, succede quando un giocatore sbaglia a puntare, mostra per errore una carta o agisce fuori turno. Questi sono in casi più semplici, poi ci sono quelli legati al comportamento al tavolo. In tutte queste situazioni, il dealer (cioè chi distribuisce le carte e controlla l’azione di gioco al tavolo) chiama immediatamente un floorman, che potremmo paragonare al “giudice di linea” del tennis. Se anche il floorman è incerto sulla decisione da prendere, viene convocato il tournament director, cioè il “giudice di sedia” se manteniamo il linguaggio tennistico. Non è detto, però, che la decisione presa dagli arbitri del poker sia sempre corretta al 100%.

Un caso molto famoso si è verificato durante il final table del Main Event WSOP 2019, quando il nostro Dario Sammartino, poi secondo nel torneo, è incappato in una norma del regolamento piuttosto discutibile, che nemmeno il “VAR” del poker ha potuto bypassare.

Sette anni prima, una situazione ancora più clamorosa ha coinvolto la pro player francese Gaelle Baumann (80 piazzamenti a premio per 1,4 milioni di dollati vinti) e il giocatore ungherese Andras Koroknai. Quest’ultimo, nel 2012, ha rischiato grosso per non essere rimasto concentrato durante il Main Event delle World Series of Poker.

 

Gaelle Baumann

Koroknai, nonostante i pochi ITM nel suo palmarès, è un giocatore con importanti successi alle spalle: 3,6 milioni di dollari vinti in carriera grazie a 15 piazzamenti a premio, di cui 9 alle WSOP, due dei quali milionari. Tuttavia, anche i giocatori esperti possono incappare in errori che rischiano di compromettere tutto.

L’episodio in questione si svolge quando in gara restano meno di 100 giocatori su 6.598 iscritti, con i bui fissati a 15.000/30.000 e ante 4.000.

Koroknai, da small blind, decide di andare direttamente all-in per 2 milioni di chips. Il big blind, occupato dal pro americano Gavin Smith, folda immediatamente. Convinto di aver vinto il piatto, l’ungherese allunga le mani per raccogliere le chips.

C’è però un problema: Gaelle Baumann, da UTG, ha aperto la mano a 60.000 prima dell’all-in di Koroknai. Secondo le regole del gioco, a quel punto l’azione sarebbe dovuta tornare a lei, ma l’ungherese, in preda alla distrazione, non se n’è accorto. Anziché attendere la decisione della giocatrice francese (fold oppure call e showdown), Koroknai ha gettato le sue carte nel muck, ovvero il mucchio di quelle già scartate da giocatori e dealer.

Quando Koroknai realizza l’errore, cerca freneticamente di recuperare le carte, ma ormai è troppo tardi: l’azione non può essere ripristinata. A quel punto, rischia seriamente di essere eliminato, avendo puntato tutto lo stack e "cestinato" le carte.

Il tournament director, però, interviene con una decisione clemente: trasforma l’all-in di Koroknai sul raise della Baumann in un call foldato per abbandono delle carte. L’ungherese, invece di perdere l’intero stack, lascia solo 60.000 chips nel piatto.

Gaelle Baumann, perplessa, chiede di parlare con il responsabile del torneo, Jack Effel, che tuttavia conferma la decisione del TD, spiegando che “la priorità è preservare l’integrità del torneo.” (Fonte: PokerNews)

Koroknai può tirare un sospiro di sollievo. Se la situazione fosse stata gestita diversamente, si sarebbe trovato di fronte alla coppia di Kappa della Baumann e, molto probabilmente, avrebbe mancato il clamoroso 6° posto finale che gli ha fruttato 1.640.902 dollari.

Gaelle Baumann, invece, concluderà il Main Event al 10° posto, sfiorando il final table e guadagnando 590.442 dollari come “bubble-woman”. Rimane invece il dubbio se la decisione del TD sia stata “giusta” o meno, ma una cosa è certa: Andras Koroknai ha imparato una lezione importante.