Se il Texas Hold’em è la forma di poker americano più diffusa al mondo, l’Omaha occupa il secondo posto. I due giochi sono in realtà molto simili. Entrambi appartengono alla famiglia dei “community card games”, in cui i giocatori ricevono le “hole cards” (carte coperte) da utilizzare insieme alle carte comuni che il mazziere dispone sul tavolo, per formare il punto migliore. La differenza principale tra i due giochi sta nel numero di hole cards e nella meccanica che regola la formazione del punto.
Nel TH vengono distribuite due carte coperte a ogni giocatore, e per realizzare il punto migliore si può usarne anche solo una o addirittura nessuna (in quest’ultimo caso, il punto è dato dalle 5 carte comuni). Nell’Omaha, invece, i giocatori devono obbligatoriamente usare due delle loro quattro carte private insieme a tre delle cinque carte comuni sul tavolo. Questo rende l’Omaha un gioco molto più dinamico del Texas Hold’em, perché consente di realizzare punti alti con maggiore frequenza, e anche più imprevedibile. Per compensare il rischio, si utilizza il sistema Pot Limit, il più comune per l’Omaha, che limita l’entità delle puntate alla dimensione del piatto.
Esistono anche varianti dell’Omaha. La più popolare è l’Omaha High-Low che permette ai giocatori di competere sia per il punto più alto (High) che per quello più basso (Low), con situazioni che a volte portano alla divisione del piatto. Altre varianti meno diffuse sono il Big O (5-card Omaha), il Courchevel e l’Irish Poker, anche se quest’ultimo è un mix di Omaha e Texas Hold’em. Tuttavia, il Pot Limit Omaha rimane la versione più diffusa, soprattutto nei tornei di poker.
L’Omaha è apprezzato da molti giocatori che lo considerano più impegnativo del Texas Hold'em per la sua complessità e profondità strategica.
Tra i più forti al mondo c’è l’intramontabile Phil Ivey che, tra i suoi 11 braccialetti WSOP, ne ha vinti 5 in eventi di Omaha. Altri grandi giocatori delle “quattro carte” sono Scotty Nguyen (3 titoli WSOP di Omaha), Viktor "Isildur1" Blom, Tom "Durrrr" Dwan, Ben "Ben86" Tollerene e il finlandese dal volto impassibile, Patrick Antonius.
Poi ci sono gli specialisti. I migliori sono gli statunitensi Phil Galfond e Daniel Alaei, entrambi con 3 braccialetti WSOP conquistati con l’Omaha. Non si può però dimenticare l’italiano Dario Alioto, altro esperto di PLO e varianti, che nel 2007 ha vinto il torneo di Pot Limit Omaha alle World Series Of Poker disputate a Londra.
In mezzo a questa lista di soli maschi, spicca il nome di Vivian Truglio Saliba. La giocatrice brasiliana è una specialista di questo gioco e pochi giorni fa ha conquistato il suo primo grande titolo alle WSOPE 2024 di Rozvadov. Si è messa al polso il braccialetto del torneo €2.000 Pot Limit Omaha, definendosi “sollevata” per la vittoria. Una vittoria che è soprattutto meritata, grazie alla sua eccellente prestazione.