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Sciarpa, fossile e Ghostbusters: la superstizione nel poker!

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Sciarpa, fossile e Ghostbusters: la superstizione nel poker!DAZN
Sciarpe, bandane, sigarette spente: tutti i gesti scaramantici dei giocatori di poker

Il poker è considerato un gioco di abilità, e a buon diritto. Tecnica, elementi matematici, strategia e qualche base di psicologia sono gli elementi necessari per competere a un buon livello. Tuttavia rimane sempre la percentuale di aleatorietà legata alla distribuzione delle carte. Bisogna accettarla. Oppure provare a esorcizzarla.

È proprio così: anche nel poker la superstizione gioca un ruolo importante. Ad esempio, c'è la credenza legata alla prima mano . Per molti giocatori vincerla porta sfortuna, tanto che alcuni arrivano a foldare persino una mano fortissima come AA!

Anche gli abiti rientrano nel repertorio scaramantico di alcuni giocatori. Sebbene col tempo... "la cosa possa puzzare", ci sono player che si rifiutano di cambiare look per non interrompere un periodo positivo. È il caso di John Hesp , il "nonno" che al Main Event delle WSOP 2017 ha conquistato il quarto posto e 2,6 milioni di dollari. Durante il torneo, Hesp ha indossato sempre lo stesso stravagante outfit: una giacca floreale e un cappello di paglia. Un altro esempio è la sciarpa dei Miami Dolphins, indossata costantemente da Sebastian Sorensson durante il PS Championship Main Event 2017 a Barcellona, torneo che ha vinto per €987.000 di primo premio.

Tornando a John Hesp, c'è un'altra curiosità legata alle sue superstizioni. Dopo aver raggiunto il Rio Casino con un taxi Uber al Day 1, Hesp ha deciso che il suo autista era "fortunato" e ha insistito per farsi accompagnare sempre da lui anche nei giorni successivi. Le cose si sono complicate quando Hesp ha chiesto all'uomo di diventare il suo agente/manager prima del tavolo finale.

SORENSSON

Poi, naturalmente, ci sono i portafortuna . Diciamolo: chi non ne ha almeno uno? Alcuni giocatori di poker sono famosi proprio per i loro amuleti. Il caso più noto è quello dello squaletto di Humberto Brenes . I 207 piazzamenti a premio, 2 titoli WSOP e 6,6 milioni di dollari vinti nei tornei live dal professionista argentino sono forse anche merito del suo card protector a forma di squalo, che Brenes utilizza nelle situazioni di all-in.

Un altro esempio è Greg Raymer, che porta con sé un fossile come card protector, da cui deriva anche il suo soprannome "Fossilman".

Rimaniamo nell’ambito degli oggetti da mettere sopra le hole cards, per evitare di mostrarle con un movimento involontario e anche come portafortuna. Il compianto Doyle Brunson (1933-2023) usava un card protector con il logo dei Ghostbusters , perfetto per scacciare le "carte maligne" e sicuramente meno odoroso di uno spicchio d'aglio.

Gli appassionati di poker che hanno qualche anno in più forse ricorderanno l'arancia di Johnny Chan, presente durante le sue vittorie alle World Series of Poker. Tuttavia, a quanto pare, non era un portafortuna: Chan la usava semplicemente per coprire l'odore di fumo nei casinò degli anni '80 e '90, quando l'aria era così densa che "serviva un coltello per tagliarla", come lui stesso ha raccontato.

All’opposto troviamo Sam Fahra , che si presentava al tavolo con una sigaretta rigorosamente spenta tra le labbra. Non essendo un fumatore, usava la sigaretta come amuleto contro la sfortuna. Se le mani giravano bene, la sigaretta restava in bocca; in caso contrario, ne prendeva subito un'altra dal pacchetto.

Anche Kun "Nani" Dollison , tre volte vincitrice di un braccialetto WSOP, aveva un portafortuna: un topolino meccanico che apriva e chiudeva gli occhi, attirando l'attenzione degli avversari al tavolo. Più che un amuleto, probabilmente era anche un persuasore psicologico!

E gli italiani? Pochi giocatori lo ammettono, ma i “gesti apotropaici” sono un classico del Belpaese anche quando si tratta di poker. In termini di portafortuna, invece, il più famoso appartiene a Max Pescatori . La sua immagine al tavolo è indissolubilmente legata alla bandana tricolore , che potrebbe avergli portato fortuna nei suoi quattro titoli WSOP, tuttora il record italiano. La scelta della bandana, però, ha origini puramente stilistiche. Il “Pirata” ha infatti spiegato: “Una sera non riuscivo a sistemare i miei capelli. Piuttosto che presentarmi in tv completamente spettinato, ho deciso di indossare la bandana tricolore che avevo comprato qualche giorno prima qui negli Stati Uniti. È stato un successo, e da lì è nato il mito di The Italian Pirate”.