Il poker è un gioco che combina capacità matematiche, strategiche, psicologiche e di analisi. Tuttavia, nei grandi tornei entra in gioco anche la resistenza psico-fisica: un torneo di poker è, infatti, una vera e propria gara di endurance.
Prendiamo ad esempio un evento di alto livello, come il Main Event dell’European Poker Tour. Per arrivare alla fine, i giocatori devono affrontare sei giornate di gioco, ognuna della durata media di 9-10 ore. Questo significa trascorrere lunghe ore al tavolo e nella pokeroom, considerando anche le pause. La sfida più snervante arriva quando ci si trova a dover prendere decisioni cruciali in mani particolarmente complesse, sia come protagonisti dell’azione sia come spettatori. Nel poker, il tempo per riflettere è essenziale, ma la domanda rimane: quanto è giusto prendersene?
Per molti anni, il regolamento della Tournament Directors Association è rimasto vago su questo argomento. Nel TDA si parla di “ragionevole ammontare di tempo”, al termine del quale i giocatori possono chiedere l’intervento del direttore di sala che stabilisce, orologio alla mano, quanto tempo resta pre prendere una decisione. Scaduto il tempo senza un’azione, la mano viene automaticamente foldata. Tutto questo, però, non cancella l’ambiguità del termine “ragionevole”.
Questa ambiguità è stata risolta di recente nei tour di poker più importanti (WSOP, EPT,WPT) con l’implementazione dello shot clock.
Questa regola, associata all’uso di un timer elettronico sul tavolo, prevede che ogni giocatore abbia un determinato numero di secondi per agire, di solito 30, durante un’azione e una dotazione di “time bank cards”. Queste ultime sono carte speciali (nulla a che fare con quelle del mazzo!) utilizzabili per guadagnare tempo extra. Se il giocatore non agisce entro i 30 secondi iniziali, la sua mano viene foldata a meno che non utilizzi una time bank card (la dotazione standard è 6) che gli concede altri 30 secondi di riflessione.
Lo shot clock ha contribuito in maniera importante a velocizzare l’azione nei tornei di poker e a ridurre lo “stalling”, cioè la passività intenzionale dei giocatori che sfruttano il trascorrere del tempo per ottenere un vantaggio strategico durante i livelli di gioco. Questo effetto è stato ulteriormente accentuato con la riduzione del tempo iniziale da 30 a 15 secondi, introdotta quest’anno all’EPT di Barcellona.
Tuttavia, qualcuno vorrebbe tornei ancora più veloci. Daniel Negrenu, uno dei giocatori più forti di sempre (7 braccialetti WSOP, 2 titoli WPT, oltre 450 in the money dal 1997 a oggi) nonché membro della Poker Hall of Fame, ha lanciato su Twitter l'idea dello “speed poker.” In pratica, il professionista canadese suggerisce di ridurre lo shot clock a soli 10 secondi, fornendo però ai giocatori 10 carte time bank da 30 secondi ciascuna, con altre 10 disponibili in caso di final table. Negreanu ha chiarito che questa proposta non è “per rimpiazzare i normali tornei di poker, ma solo per un side event divertente”, chiedendo poi un parere ai suoi followers. Il risultato parla chiaro: l’89% si è espresso in maniera favorevole!