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L’altro protagonista: Federico Dimarco in carica ad interismo

L’altro protagonista: Federico Dimarco in carica ad interismoDAZN
L'altro protagonista del campionato aveva un gol a San Siro da farsi perdonare. Voleva essere titolare a vent'anni dalla sua prima volta interista. E a Marassi, schierato in un ruolo mutevole e inesplorato, Federico Dimarco ha fatto un gol su punizione con il piede sinistro e il cuore nerazzurro.

Nell’anno di nascita di Federico Dimarco, a Milano in una famiglia di fede nerazzurra, l’Inter piangeva la perdita incolmabile di Roberto Carlos idolo indimenticato di sinistra. Quando a tre anni lo zio lo portò per la prima volta allo stadio, lì in fascia s’alternavano Grigoris Georgatos e Vratislav Gresko. Mentre dava i primi calci al pallone del Calvairate, il mancino dell'Inter era Francesco Coco.

11/12/14

Federico Dimarco s’è messo la maglia dell’Inter per la prima volta nel 2004, a sette anni, schierato a sinistra per una decade d’intensa gavetta e militanza in Curva Nord. In doppia cifra tra Giovanissimi e Allievi, arretrato in corso d’opera da punta esterna a terzino, il nerazzurro è tutto intorno a lui: un giro immenso di passione devota e di visioni primaverili, finché Mancini lo convoca in prima squadra.

L’11 dicembre 2014 Federico Dimarco debutta fra i grandi in una gelida notte azera: 6 minuti di Europa League a Baku, Qarabag-Inter 0-0. Il 31 maggio 2015, dopo aver segnato e vinto il Torneo di Viareggio, il ragazzo nerazzurro esordisce anche in Serie A TIM con la sua maglia del cuore, all’ultimo minuto dell’ultima giornata di campionato. Entra per Palacio in Inter-Empoli 4-3.

Terzino propulsivo che non trascura la difesa con il corpo e con la mente, Dimarco comincia il suo viaggio di formazione con una maglia dell’Inter in valigia: all’Ascoli mette i muscoli tra le fasi ruvide della Serie B, a Empoli diventa terzino di massima serie, poi Tramezzani, che ha fatto il difensore nell’Inter, lo vuole nel Sion, ma a inizio stagione si frattura il piede, saltando molti mesi di campionato svizzero.

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15/09/18

Sabato 15 settembre 2018, Dimarco torna a San Siro, ma da avversario. In panchina nel primo tempo, Fede guarda la sua Inter, alza gli occhi verso la curva e a inizio ripresa è già della partita, mentre sta per succedere qualcosa d'impensabile se non per essere rigettato. Al minuto ottantesimo, De Vrij respinge in area un tiro di Gervinho, che Brozovic rilancia così così per Politano, anticipato di petto da Dimarco: un tocco per spiazzare Brozovic, tiro mancino da oltre trenta metri, gol. Il suo primo gol in Serie A contro la sua Inter, sconfitta 0-1 da quella prodezza. Fede si toglie la maglia del Parma per una gioia potente e quella voglia inconscia di correre, giocare, e da ora segnare con un’altra. La sua.

Con quel gol illogico da farsi perdonare, Dimarco ritrova l’Inter ma per Conte è troppo difensore per giocare alto e troppo poco per giocare in difesa. Tre comparse in sei mesi e via al Verona che gioca con lo stesso modulo, il 3-5-2, eppure Juric lo manda dritto sul fronte orientale. Così fioccano assist e arrivano i gol, cinque, perché il piede sinistro è di quelli raffinati.

D'estate l'Inter lo richiama a casa e lui non può rifiutare. Juric, che lo voleva al Torino, non ci dorme di notte (parole sue). In questo inizio di campionato, Fede entra due volte per Perisic da sostituto naturale, poi Bastoni si ferma in Nazionale, mister Inzaghi si guarda intorno e lo mette braccetto di difesa a tre: un altro ruolo da esplorare nel suo arco costituzionale di sinistra.

Serie A TIM, Sampdoria-Inter: Federico Dimarco segna il suo primo gol su punizione

12/09/21

Marassi, domenica 12 settembre 2021: da titolare, con la sua maglia, Fede non ci aveva mai giocato. E non aveva mai difeso da quella posizione di campo, con un raggio attivo modernissimo di controllo e impostazione. Al diciottesimo minuto di Sampdoria-Inter, c’è un calcio di punizione dal limite che Dimarco spedisce sotto l’incrocio: sono cento chilometri orari di purezza, come i cent’anni che avrebbe atteso pur d’arrivare fin qui. A esordire nell'undici dell’Inter, segnando il gol della redenzione.

Certo che la maglia era la bianca da trasferta, ma poteva pur essere la terza che, presentata in queste ore, riciclata dalla plastica, con le righe fluo dell’arcobaleno LGBT, anima la vigilia di Champions League con il Real Madrid.

Che lo zio gli abbia raccontato le mirabili punizioni di Roberto Carlos, che c'entrasse Recoba, che Kolarov glie ne ha abbia fatte vedere un paio in allenamento, «Segnare con questa maglia è un'emozione indescrivibile. Io sono interista, andavo in Curva, ho fatto tutto il settore giovanile. Segnare per l'Inter è un momento che aspettavo da tanto». Per chi cresce a Milano Porta Romana, ci sono tre parole in fondo al cuore: la gioventù, la mamma e il primo amore.

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