Di Dzeko all’Inter se ne parla dall’estate 2019 quando Conte, arrivato sulla panchina nerazzurra, era intento a costruire la sua nuova squadra. Quel progetto, culminato con lo Scudetto dell’ultima stagione, deve ora trovare nuove energie dopo l'addio dello stesso allenatore e di giocatori fondamentali come Hakimi e Lukaku.
Oggi il nome di Dzeko torna ad essere affiancato a quello dei campioni d’Italia (questa volta fino all'ufficialità del suo passaggio in nerazzurro), per colmare il vuoto lasciato dal belga, rientrato al Chelsea per la sua terza vita in blues.
Dzeko-Inter, di necessità virtù
Sicuramente quello anagrafico è un aspetto che può destare perplessità nell’operazione da soli 2 milioni di euro con cui l’Inter si è accaparrata le prestazioni del bosniaco (per lui 5,5 milioni a stagione). Da quel lontano 2019 sono trascorse infatti altre due stagioni, e a marzo 2021 Dzeko ha spento 35 candeline.
L'acquisto va contestualizzato al momento storico: Dzeko rappresenta la più semplice e congrua alternativa a Lukaku in termini di caratteristiche tecniche e, soprattutto, di esperienza. Perché alla fine di questo si parla: usato sicuro.
Questi aspetti, uniti a quello temporale (il campionato comincerà tra pochi giorni e l’esigenza di avere un attaccante si era fatta impellente con l’addio di Lukaku) tendono a far valutare con positività l'operazione, con la dirigenza nerazzura intenzionata ad acquistare anche un’altra punta, più giovane e su cui puntare nel prossimo futuro (circolano i nomi da giorni di Zapata e Thuram).
La nuova Inter 2021-2022
Quasi ridondante scriverlo: l’Inter senza Lukaku non sarà più la stessa. La squadra di Conte per due anni è stata “Romelucentrica”, ora con Dzeko a prenderne il posto cambia tutto.
L’ex Roma è un giocatore possente, ma sicuramente non esplosivo come Lukaku, che anche in termini di velocità riusciva a guadagnare notevole vantaggio contro gli avversari.
Lukaku è stato capace di dare spesso e volentieri profondità alla manovra nerazzurra, Dzeko sembra più adatto a un gioco spalle alla porta, scendendo sulla trequarti: per sponde e inserimenti di centrocampisti con senso del gol (come Barella), o per smistare palloni sulle fasce. Senza dubbio, a livello tecnico il bosniaco è superiore, ma non va dimenticato un fondamentale: l’attaccante deve segnare.
Dzeko vs Lukaku: il confronto in numeri
Dzeko è un bomber indiscusso, un finalizzatore da 365 gol in carriera, ma attualizzando all’ultimo biennio le prestazioni sue e di Lukaku si nota una netta differenza.
L'ago della bilancia pende brutalmente a favore dell'ex Inter che ha viaggiato a ritmi costanti e superlativi nelle ultime due stagioni in Serie A TIM: 36 presenze in campionato in entrambe le annate, una media gol ogni 90 minuti di 0,69 nel 19/20 e di 0,75 nel 20/21. Impressionante la media tiri totali per partita identica nell'arco dei due campionati (2,99) con un incremento di tiri nello specchio nella seconda stagione in nerazzurro (1,50 contro 1,42).
Per assurdo Dzeko vanta numeri superiori in termini di tiri totali per 90 minuti in entrambe le stagioni (3,85 e 3,45), ma scaricando nello specchio praticamente la stessa quantità di tiri del belga (1,48 e 1,23 ogni 90 minuti).
Il belga, in sostanza, sotto porta è più cinico. Un dato impressionante se analizzato rispetto ai gol fatti: Lukaku ha segnato un gol ogni due tiri nello specchio.
Questione di gol
Più semplicemente questi dati si risolvono in poche cifre: 23+24 reti nelle due stagioni di Lukaku, 16+7 per Dzeko. Senza dimenticare che il belga è stato fondamentale per la conquista di uno scudetto che ha interrotto la striscia positiva della Juve durata 9 anni.
Basterebbero già questi numeri a capire che oggi trovare una copia perfetta di Lukaku è davvero difficile.
Dzeko-Lautaro: gioco di coppia
Certamente Dzeko sembra potersi calare alla perfezione in un contesto tattico come quello di Simone Inzaghi, che predilige il 3-5-2. Toccherà al nuovo allenatore dell'Inter ora, che a Roma è stato capace di creare tantissime variabili di attacco pur sfruttando la strapotenza di fuoco di Immobile (scarpa d’oro lo scorso anno, non va dimenticato), ridisegnare praticamente da capo questa squadra, e capire se la vena realizzativa calante di Dzeko è questione di un inevitabile calo fisiologico dovuto all’età o se con nuovi stimoli potrà essere rispolverato il grande attaccante delle passate stagioni.
Lautaro Martinez è la vera certezza certezza dell'attacco nerazzurro, e con Dzeko sembra potersi integrare alla grande. C'è Sanchez, sì, ma il cileno non pare essere il nome "titolare", perché inizialmente ampiamente dietro a Lautaro nelle gerarchie.
Intanto, Dzeko è atteso sabato alla prima vera gara ufficiale con la maglia nerazzurra: Inter-Genoa alle 18.30 sarà visibile live e in esclusiva solo su DAZN.