Luigi Di Biagio conosce molto bene Roma e Inter.
Nell’estate del 1995 ha vestito la maglia giallorossa dopo essere cresciuto nella Lazio. Più di 20 gol in quell'esperienza, fino al 1999, quando passa all'Inter in uno dei trasferimenti più discussi di quell'estate.
Nei quattro anni a Milano sfiora uno scudetto (quello del famoso 5 maggio, quando segna anche il gol del momentaneo vantaggio dell'Inter contro la Lazio prima del crollo) e si consacra tra i migliori centrocampisti italiani dell'epoca.
Ecco la supersfida del 23 aprile dal punto di vista del doppio ex.
I derby a Roma e a Milano
"Conosco qualsiasi cosa delle due città. Roma è casa mia. I derby sono sempre match delicati, ma a Roma facevo fatica a giocarli, mentre a Milano ero sempre uno dei migliori in campo. Nella Capitale sentivo la responsabilità di dover dare qualcosa in più. Essere romani e giocare i derby è difficile: subentrano i parenti, gli amici, i cugini, i nipoti, ecc... è difficile scindere le cose, è tutto molto più complicato".
Sul tifo a Roma e Milano
"Sono due città diverse, con due modi di vivere il calcio diversi. Entrambe sono rappresentate però da tifoserie simili, passionali, ma che esternano questa passione in maniera differente. Hanno sicuramente tratti in comune, ma il livello è altissimo. A Roma diciamo che sono molto passionali, vivi tutto 7 giorni su 7, mentre a Milano fuori dal campo sono più tranquilli, fino a che entri a San Siro... Roma è più "sudamericana" mi verrebbe da dire".
La tua accoglienza
"A Milano è stata spettacolare perché è nata sin da subito una simbiosi con la tifoseria interista. Mi hanno sempre fatto sentire importante, nonostante la passata rivalità. A Roma, invece, all'inizio fu un po' turbolenta per via dei miei trascorsi laziali, ma si accorsero in fretta che sia sotto il punto di vista umano che sotto quello professionale potevano fidarsi di me. L'amore è nato col tempo".
Gli aneddoti di Di Biagio
"Mi capitava spesso di andare a Testaccio negli anni di Roma e ricordo come si viveva quella settimana il derby: il flash è di come la sfida con la Lazio fosse la quotidianità assoluta. Di Milano ricordo che sono rimasto sorpreso moltissimo nel primo match in casa con il Verona. Bobo Vieri fece tripletta e il terzo gol della sfida lo segnò su mio assist, al mio primo pallone toccato. I tifosi mi hanno subito accolto alla grande, ho sentito subito il loro affetto, che continuo ancora oggi a portare nel cuore. Far bene le prime volte è fondamentale, anche se penso che la bravura di un giocatore sia saper navigare nei momenti in cui le cose non vanno".
"A Milano poi ho giocato con leggende del calibro di Ronaldo: da esperienze così non si può che maturare tantissimo".
I legami più forti
"A Milano ho legato tantissimo con Bobo Vieri: insieme a Brocchi formavamo un trio speciale. La nostra amicizia ancora oggi è forte. Ma potrei citare anche Ventola e Materazzi. Si era creato un bellissimo gruppo di italiani molto legato. A Roma invece penso a Candela, Totti, Tommasi. In questo sport a volte nascono gruppi che, nonostante non vincano qualcosa di importante, restano comunque legatissimi nel tempo".
La partita Inter-Roma
"Dalla partita mi aspetto un'Inter che deve spingere e ha l'obbligo di trovare i tre punti. La Roma credo arrivi più "spensierata", senza la pressione del dover vincere. Sarà una partita dove il peso del risultato influirà non poco sulle prestazioni delle due squadre".