La Juventus dei 9 scudetti consecutivi ha costruito la propria identità a partire da una solidità difensiva che l'ha resa a tratti invincibile. Adesso, tra cambi di panchina, giocatori e nuovi dettami tattici, la retroguardia sembra essere diventata il problema maggiore dei bianconeri.
Allegri è chiamato a risolvere il prima possibile questo impiccio per risalire velocemente la classifica di Serie A TIM, che vede incredibilmente i bianconeri ingarbugliati nella zona retrocessione: un avvio così negativo non si vedeva da 66 anni.
Una difesa troppo perforabile
C'è una statistica su tutte che evidenzia il lungo momento negativo della difesa bianconera: è dal 2 marzo 2020 che, in Serie A TIM, la Juve incassa almeno un gol. Tradotto in numero di giornate, sono 19 turni consecutivi che i bianconeri non riescono a chiudere con un clean sheet il match di campionato.
Numeri inquietanti per chi ha dominato quasi un decennio e ha fatto del reparto difensivo il proprio punto di forza. Si è arrivati alla pari con la Juventus 2010, l'anno del settimo posto: la striscia peggiore risale al 1955, quando le sfide consecutive senza rete inviolata arrivarono a 21.
Come lo Spezia
Curiosità: a ridosso della sfida contro lo Spezia, la Juve condivide con questa squadra il record negativo di 19 giornate consecutive senza clean sheet.
Le gestioni con Conte, Allegri, Sarri e Pirlo
Insomma, qualcosa sembra essersi rotto nei meccanismi bianconeri. E sicuramente le ultime stagioni hanno visto un cambio di rotta legato anche alla guida tecnica.
Con Conte, in tre stagioni, la Juve ha chiuso 65 match su 114 di Serie A TIM non subendo gol. Anche Allegri I, nel quinquennio delle meraviglie, ha sfiorato il 50% di match con clean sheet: 96 volte su 189 incontri.
Il calo di rendimento coincide con l'arrivo di Sarri (solo 12 partite di campionato su 38, con una percentuale che scende al 31,6%) mentre con Pirlo si è arrivati al punto più basso del decennio bianconero: solo 8 volte con la porta inviolata (3 con Buffon, 5 con Szczesny) e l'avvio della striscia negativa che si protrae ancora oggi.
Errori dei singoli o di reparto?
Sicuramente il ruolo degli interpreti è fondamentale: in questa stagione hanno pesato alcuni svarioni della retroguardia, come il doppio errore di Szczesny contro l'Udinese. Le qualità però sono indiscusse e, sempre per restare sul portiere bianconero, la voglia di riscatto è emersa sin da subito: nella sfida contro il Milan il polacco ha letteralmente salvato con un intervento miracoloso l'1-1 finale con una parata pazzesca negli ultimi secondi su Kalulu.
Allo stesso modo alcune amnesie difensive, anche dei compagni non di reparto (basti pensare all'errore in marcatura di Locatelli nel pareggio di Rebic contro il Milan) hanno contribuito ad allungare questa striscia negativa.
In una retroguardia però composta da mostri sacri come Chiellini, Bonucci, De Ligt, Szczesny, Danilo, e tanti altri è facile immaginare che quello attuale sia un momento passeggero, che trova le ragioni scatenanti in un nuovo cambio di indicazioni tecnico-tattiche (Allegri è stato chiamato a sostituire Pirlo e a reinvertire meccanismi avviati dall'arrivo di Sarri che ne avevano stravolto la sua impostazione di gioco), da una piccola mancanza di fiducia dettata dai pochi risultati ottenuti e da un momento in cui la preparazione fisica può ancora pesare sul fisico degli atleti in termini di lucidità.
Insomma, come ha detto Allegri, non resta altro da fare che tornare a vincere. E non subire gol.