Puntare sul Rosso è sempre un’opzione da favola. Ma intorno a Sinner, il signore di due Slam e delle Finals, il giocatore più forte del mondo che anche a Malaga, a casa dell’amico-rivale Alcaraz prematuramente dipartito, riceve le attenzioni riservate ai sovrani, l’Italia ha finalmente la squadra sempre sognata e fin qui mai schierata, tra infortuni e rinunce. Jannik, Musetti e Berrettini, il triumvirato del rinascimento azzurro, la combinazione più esplosiva che esista alle nostre latitudini ormai baciate dalla grazia tennistica. E con loro, la solidità di Bolelli e Vavassori, un doppio di valore mondiale. Insomma, la difesa del titolo conquistato nel 2023, 47 anni dopo lo storico sacco di Santiago del Cile, si illumina di prospettive di gloria.
Sarà l’Argentina, stasera alle cinque, l’ora più simbolica cantata perfino da Garcia Lorca, a misurare le ambizioni di riconferma del quintetto di capitan Volandri. Dopo la sgambata di martedì, il giorno in cui è atterrato in Spagna ancora adornato dagli allori torinesi, Sinner ieri si è allenato con più intensità, regalando poi cinque minuti di felicità e di celebrità a un giovane sparring messo a disposizione dall’organizzazione. Alla vigilia del match ogni mossa, ogni piccolo dettaglio serve a leggere oltre il fumo ovviamente sollevato dai due commissari tecnici, ma certamente una parte della sessione dedicata al doppio con la contrapposizione tra Sinner e Berrettini da una parte e Bolelli e Vavassori dall’altra sparge qualche labile indizio sulle idee del nostro ct: se dovessimo arrivare al delicato punto decisivo, la soluzione che mettesse insieme il numero uno del mondo e The Hammer sarebbe decisamente percorribile in alternativa a quella più classica di una coppia collaudata che gioca insieme ormai da diciotto mesi e quest’anno è entrata di prepotenza nella top ten della specialità. L’altra conseguenza del test di ieri riguarda il secondo singolarista da schierare nella prima partita, quella tra i numeri due, con Musetti per il momento di un’incollatura davanti a Matteo. Benedetto potere della sovrabbondanza, con la notte che porterà gli ultimi consigli a Volandri, mentre gli argentini, che hanno deciso in questa Davis di assegnarsi il soprannome di Falchi, sperano di planare sull’1-1 d’acchito e poi affidarsi all’imprevedibilità del doppio, dove Molteni e Gonzalez possiedono l’esperienza di quei veterani che la sanno davvero lunga. Alle 10, intanto, si sfideranno Stati Uniti e Australia nell’altro quarto dalla nostra parte di tabellone: con l’eliminazione della Spagna a sbilanciare un po’ il tabellone, l’Italia e gli States di Bob Bryan sembrano avere le fiche più alte al tavolo di una roulette che può come sempre discostarsi dalla logica.
E capitan Filo lo sa: "Il ranking ha il suo peso ma conta relativamente. Quest’anno le condizioni sono un po’ diverse ma in Italia abbiamo giocatori che si abituano velocemente a ogni cambiamento. Ovviamente siamo felici di essere qui, perché non è mai scontato, e pronti a difendere il titolo. Anche Jannik, a giudicare dall’ultima settimana, mi sembra pronto. Siamo nel mezzo di un percorso iniziato quattro anni fa in cui ai ragazzi ho sempre chiesto la più grande disponibilità. E ormai mi hanno abituato a darmela". Un anno fa, Berrettini soffriva letteralmente in tribuna, e per i guai fisici che lo tormentavano impedendogli di essere in campo e come primo tifoso dei compagni infiammato dal pathos delle sfide con Olanda, Serbia e Australia. Ora è qui, sano e pronto a mettere a disposizione talento e carisma per la riconferma: "Abbiamo lavorato tanto per essere di nuovo in finale, fortunatamente la nostra è una delle squadre più lunghe e complete che ci siano. Per me è una grandissima vittoria anche solo ritrovarmi di nuovo tra i convocati, siamo tutti concentrati sull’obiettivo, che intanto è quello di battere l’Argentina e di continuare a fare gruppo". Quando tra due cose la differenza è così marcata per cui una è decisamente migliore dell’altra, e dunque non può esistere un paragone, gli spagnoli sono soliti dire che non c’è colore. Però l’azzurro ormai è quello che va più di moda. Tendenza Coppa Davis.
Fonte: gazzetta.it