La missione impossibile di Carlos Alcaraz è ancora possibile. Lo spagnolo torna in finale di Wimbledon battendo Daniil Medvedev 6-7 (1) 6-3 6-4 6-4 in due ore e 55’, tenendo viva la sua idea di diventare il sesto giocatore della storia a vincere sulla terra rossa del Roland Garros e sull’erba londinese nello stesso anno. Il campione uscente di Wimbledon ha toccato vette straordinarie tra gli applausi del Centrale (e di Luka Modric, la bandiera croata del Real Madrid seduta nel suo box) dopo aver concesso il primo set al russo, che aveva battuto in semifinale anche lo scorso anno prima di togliere a Novak Djokovic il trono dell’All England Club.
Alcaraz ha progressivamente demolito le certezze del russo nel secondo match dell’anno tra top 5, dopo il quarto di finale qui a Wimbledon tra lo stesso Medvedev, numero 5 del mondo, e il numero 1 Jannik Sinner. Ha ceduto il primo set accumulando errori non forzati (15), ma è salito di livello nel resto del match, inventando traiettorie impossibili coi suoi colpi e prendendosi rischi importanti che l’hanno premiato. Per Medvedev, che coi suoi 198 centimetri è stato il numero 1 più alto della storia, la finale di Wimbledon rimane ancora un tabù, mentre Alcaraz diventa lo spagnolo con più finali slam (è la 4ª) dopo il per ora inarrivabile Rafa Nadal (30). Ci arriva poco dopo il suo 21° compleanno: solo Matt Wilander, Boris Becker, Bjorn Borg e Nadal hanno fatto più finali slam di lui prima di spegnere 22 candeline sulla torta.
Alcaraz se l’è meritata, questa finale: come fatto nel resto del torneo, ha avuto bisogno di essere stimolato per tirare fuori il suo miglior tennis. La scintilla stavolta è stata il primo set vinto da Medvedev, quello che ha fatto tirare fuori allo spagnolo tutto il suo straordinario talento, gli ha fatto vedere traiettorie in campo impossibili per altri, lo ha fatto arrivare su palle impossibili da prendere per la stragrande maggioranza dei colleghi. Medvedev ha giocato un tennis ordinato, con pochi errori, ma non è riuscito a raggiungere l’eccellenza che serviva per battere lo scatenato Alcaraz, che ha confermato non solo di non voler rinunciare al trono di Wimbledon ma di volersi riprendere appena possibile quello del tennis mondiale.
Il primo break è di Medvedev, al quarto gioco. Alcaraz lo recupera subito ma di nuovo il russo gli strappa il servizio, allunga sul 5-2 ma si fa rimontare dallo spagnolo fino al 5-5, prologo al tie-break: Medvedev è già 5-0 quando Alcaraz riesce a mettere il suo primo punto e si prende il set. Il secondo parziale è uno spettacolo che il campione in carica indirizza dalla sua parte col break al quarto gioco, chiuso con uno splendido dritto incrociato, fondamentale per chiudere sul 6-3. Alcaraz è a un altro livello rispetto al set di apertura e si prende anche il primo break del terzo, che usa per allungare sul 3-1 e per costruire il 6-4 con cui chiude il parziale.
Lo spagnolo apre il 4° set togliendo il servizio al russo, che però se lo riprende al game successivo, ma Alcaraz è aggressivo e prende di nuovo il break al settimo game. La chiude sul 6-4 nel suo turno di servizio, al primo set point, con uno di quei dritti angolati a cui Medvedev non riesce a rispondere. E si prende col suo urlo che conquista il Centrale una nuova finale. Alcaraz non riesce a smettere di sorridere quanto parla al microfono del Centrale.
“Sono molto felice di come ho giocato - racconta -. Ero nervoso all’inizio, penso che lui abbia dominato il primo set con servizio e risposta. Per me era difficile, ho provato a mettere da parte i nervi e quando sono andato 3-1 nel secondo set ho cominciato a giocare il mio tennis, a muovermi meglio. E alla fine penso di aver giocato un buon match”. Lo spagnolo punta a sbirciare la semifinale tra Djokovic e Musetti, ma pensa già a domenica, “un giorno divertente per lo sport spagnolo vista la finale del calcio” dice tra i buuu scaramantici del Centrale, che a differenza sua tiferà Inghilterra e non Spagna nella finale dell’Europeo che seguirà di qualche ora quella di Wimbledon. Per prepararsi alla sua finale, Alcaraz ha già in mente la ricetta perfetta: “Ci sono molte possibilità che vada a giocare a golf domani: mi calma, mi aiuta a non pensare al tennis”. E se Carlos costruisse sul green il suo secondo Wimbledon consecutivo?
Fonte: gazzetta.it