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Tennis

Berrettini, il periodo buio è alle spalle: la rinascita prosegue in Giappone (con tre obiettivi)

Luigi Ansaloni
Berrettini, il periodo buio è alle spalle: la rinascita prosegue in Giappone (con tre obiettivi)N/A

Il grande protagonista a Bologna è stato lui, il trascinatore dell’Italia verso Malaga con tre vittorie su tre incontri. Una forma ritrovata, un sorriso finalmente largo così. Matteo Berrettini è volato a Tokyo per partecipare a uno degli Atp 500 più importanti e ricchi della stagione, con tanti obiettivi nella testa: vincere un torneo pesante anche in indoor, tornare in top 40 e arrivare a Malaga, per le Finals di Davis, tirato a lucido, per essere protagonista anche lui, questa volta in campo e non in panchina come il 2023.  Il romano, 28 anni, ha postato sui social i primi allenamenti dal Giappone e qualche momento di relax, completamente rilassato e felice. Dopotutto, e lo ha dichiarato più volte, Matteo è uscito da un momento buio, molto buio, dove si è messo in discussione e ha completamente rivoluzionato non solo il giocatore, ma anche la sua persona. 

Dall’Asia Berrettini si aspetta molto e si presenta in Oriente con comprensibile ottimismo: ha vinto tre titoli nel 2024, è reduce da un’ottima Davis e ha il morale alle stelle. Da Tokyo e Shangai arriveranno le prime risposte su questo finale di stagione, ma il calendario di Matteo da qui alle Finals di Malaga è molto fitto: dopo il Giappone, volerà a Shangai, poi Stoccolma, Vienna e Bercy. A quel punto, è la speranza di tutti, Berrettini potrebbe essere rientrato non solo in top 40 (ora è 45) ma tra i primi 32, per essere inserito, a Melbourne nel 2025, tra le teste di serie e sperare, finalmente, in un buon sorteggio.  Buon sorteggio che non è arrivato, purtroppo, a Tokyo, dove oltre al romano ci saranno anche Matteo Arnaldi e Luciano Darderi, che potrebbero essere raggiunti anche da Nardi e Bellucci. Berrettini al primo turno troverà un qualificato ma agli ottavi di finale sulla sua strada ci dovrebbe essere Taylor Fritz, testa di serie numero uno e finalista agli Us Open. Per Darderi c’è subito Navone e poi uno tra Opelka e Shelton, mentre esordio difficile per Arnaldi con Tommy Paul.

Fonte: gazzetta.it