“Mi metto un periodo triste dietro le spalle”. Queste erano state le parole di Jannik Sinner dopo la notizia dell’assoluzione per il caso Clostebol. Ora il numero 1 al mondo, fresco vincitore del secondo Slam negli Usa, ha un motivo in più per tornare a sorridere. La Wada, infatti, non ha fatto ricorso al Tas contro la sentenza della Itia, la International Tennis Integrity Union, che si era rivolta a un tribunale indipendente per decidere della sua positività. I termini per impugnare la sentenza sarebbero scaduti ieri, a distanza di 21 giorni dalla sentenza del 19 agosto e fino a questa mattina al team del giocatore non sono arrivate comunicazioni e il Corriere della Sera riferisce che il Tribunale Arbitrale internazionale dello Sport non ha ricevuto il ricorso. Jannik sta rientrando da New York insieme ad Alex Vittur, suo agente e amico di famiglia, ed è probabile che appena potrà affiderà ai social una dichiarazione in merito. Jannik, durante il torneo di Indian Wells, era risultato positivo allo steroide, presente in quantità inferiori a un miliardesimo di grammo nelle sue urine.
Immediatamente era scattata la sospensione della Itia al quale il giocatore grazie a un pull di avvocati specializzati, aveva fatto ricorso con esito positivo. Riuscito a dimostrare che si era trattato di un errore umano, uno spray contente la sostanza proibita incautamente dato dal preparatore Umberto Ferrara al fisioterapista Naldi per curare una ferita a un mignolo, la Itia aveva dichiarato innocente il numero 1 al mondo permettendogli di continuare a giocare. E vincere. Durante i difficili mesi dell’indagine, Sinner è comunque riuscito a vincere i tornei di Miami e Cincinnati, per poi conquistare lo Us Open subito dopo l’assoluzione. Trattandosi comunque di membri del suo team, del quale il giocatore era responsabile, a Sinner erano stati tolti punti e guadagni del Masters 1000 californiano, dove si era fermato in semifinale contro Carlos Alcaraz.
Fonte: Gazzetta.it