Mentre Torino si prepara ad accogliere gli otto migliori giocatori della stagione, con Jannik Sinner numero 1 al mondo che cerca la prima affermazione in casa, il caso Clostebol sembra ormai un ricordo lontano. Eppure sulla testa di Jannik pende una spada di Damocle: il ricorso al Tas che potrebbe risolversi anche dopo l’Australian Open. L’Agenzia Mondiale Antidoping ha deciso di impugnare la decisione dell’Itia che, dopo essersi rivolta a un tribunale indipendente, aveva dichiarato innocente Jannik Sinner non riscontrando né colpa né dolo nell’assunzione accidentale della sostanza proibita, uno steroide contenuto nel Trofodermin, il cicatrizzante dato dal preparatore Umberto Ferrara al fisioterapista Giacomo Naldi che si era ferito.
Il giudizio davanti al Tas è "de novo", cioè non si giudica sulla legittimità della decisione di primo grado ma si riesamina il merito da capo. Sinner ha innanzitutto l'onere di provare come la sostanza proibita è entrata nel suo corpo, poi di dimostrare di non aver assunto la sostanza volontariamente (e questo onere l'ha già assolto perché la Wada lo ha accettato), e di non essere stato negligente o, in subordine, di non essere stato significativamente negligente. Nel caso non venisse riscontrata negligenza, non ci sarà alcuna sanzione nei confronti del numero 1 al mondo, mentre nel secondo caso, ovvero se fosse ritenuto negligente la sanzione può andare da un minimo di 12 mesi a un massimo di 24 mesi.
Ipotizzare dunque, che Jannik Sinner potrebbe essere fermato "per qualche mese" in caso venisse ritenuto negligente, è un errore che molti fanno ispirandosi al caso di Simona Halep, alla quale il Tas ha ridotto la squalifica da 4 anni a 9 mesi. Se Sinner, come si auspica, verrà ritenuto innocente, per lui non ci sarà nessuna sanzione. Ma nel caso venisse riscontrata la negligenza semplice, non è possibile che la sanzione sia inferiore ai 12 mesi. In cosa differiscono, dunque, il caso di Simona Halep e quello di Jannik Sinner? La giocatrice rumena ha usufruito della regola specifica per i prodotti contaminati (cioè prodotti che non dovrebbero contenere sostanze proibite ma poi le contengono, come nel caso dell’integratore fornito dalla preparatrice atletica). Il Trofodermin, che invece compare nel caso Sinner non è un prodotto contaminato ma è proprio basato su una sostanza proibita, ovvero il Clostebol. La norma sui prodotti contaminati è l'art. 10.6.1.2 del Tennis Anti-Doping Programme e in questo caso sono previsti periodi di ineleggibilità anche inferiori all’anno. Ma quando, il Tas, deciderà delle sorti di Jannik Sinner? Attualmente, dalle informazioni di cui disponiamo, soltanto la Wada ha scelto il suo arbitro.
Il nome, fino a che il collegio non sarà completo, non sarà reso noto ma da indiscrezioni pare che sia uno degli arbitri più intransigenti in materia di doping. La scelta del team legale di Jannik Sinner invece potrebbe ricadere sullo stesso arbitro, statunitense, scelto da Simona Halep per il suo arbitrato, Jeffrey Benz, ex atleta olimpico del pattinaggio di figura e tra i più stimati ed esperti tra i 500 arbitri del tribunale Arbitrale dello Sport che ogni anno si occupa di circa 900 casi. In questi giorni la Wada dovrebbe aver depositato la sua memoria d’appello (appeal brief). I legali di Sinner a questo punto avrebbero 20 giorni dalla ricezione della memoria Wada per rispondere (answer brief), ma il termine è comunque prorogabile. Difficile pensare che l’Arbitrato possa tenersi entro la fine di quest’anno. L’auspicio dei legali di Sinner, guidati dall’avvocato Jamie Singer, era di chiudere il prima possibile e a questo punto l’obiettivo è "liberare" il numero 1 al mondo dal peso dell’arbitrato magari prima che inizi l’Australian Open, dove Jannik difende il titolo.
Fonte: Gazzetta.it