Il caso doping per Jannik Sinner non è chiuso. Mentre l'azzurro è impegnato nella sua partita di secondo turno a Pechino contro Saffiulin, ecco la notizia che l’Agenzia mondiale antidoping (Wada) ha presentato ricorso contro la sua assoluzione nella vicenda Clostebol. Nel suo comunicato la Wada ha motivato così la scelta: "È opinione dell’agenzia che la constatazione di 'nessuna colpa o negligenza' non fosse corretta ai sensi delle norme applicabili". Dunque, l'Agenzia anti-doping non crede (o crede solo in parte) a quanto detto dall’atleta e dal suo team, e per questo ha avanzato al Tas una richiesta di squalifica tra uno e due anni. In caso di stop, che tra l’altro non sarebbe retroattivo, la Wada nella sua richiesta ha infatti specificato che i risultati ottenuti in questi mesi (a parte i 400 punti e la semifinale di Indian Wells, già cancellati) non verrebbero cancellati. La concentrazione di Clostebol trovata nelle urine di Sinner era stata definita "estremamente bassa" nella sentenza dell'ITIA.
Secondo la versione fornita dalla difesa di Sinner, la rilevazione del medicinale proibito sarebbe dovuta a una contaminazione avvenuta attraverso un massaggio (senza guanti) del suo fisioterapista, Giacomo Naldi. Quest’ultimo avrebbe trattato Sinner nei giorni del torneo americano dopo essersi curato con il Trofodermin, un medicinale spray contenente Clostebol che gli aveva fornito il preparatore Umberto Ferrara, per un taglio che si era procurato al mignolo della mano sinistra. La contaminazione durante i massaggi sarebbe avvenuta perché Sinner soffre di una forma di dermatite localizzata sui piedi e sulla schiena che gli causa spesso piccoli tagli e ferite sulla pelle. Sia Giacomo Naldi sia Umberto Ferrara sono stati licenziati. Il primo controllo antidoping a cui Sinner era risultato positivo risale al 10 marzo del 2024, durante Indian Wells. Il secondo invece è del 18 marzo, dopo che Sinner era stato eliminato dal torneo in semifinale da Alcaraz. In entrambi i casi sono stati trovati livelli simili di Clostebol, con una concentrazione nelle urine nel primo caso di 86 picogrammi per millilitro, e nel secondo di 76: cioè una quantità rilevata inferiore a 0,1 milionesimi di grammo per litro.
La presa di posizione è arrivata due giorni fa, quando la Wada ha presentato ricorso al Tribunale Arbitrale dello Sport (Tas) che è stato pubblicato oggi sul suo sito. Quello che si era dunque temuto in queste settimane, da agosto, dopo la vittoria di Cincinnati e la conferma della positività di Sinner in un controllo a marzo 2024, si è dunque materializzato. Il numero uno del mondo in precedenza era stato giudicato dal Tribunale indipendente della International Tennis Integrity Agency (ITIA). Secondo ITIA, Sinner non aveva "nessuna alcuna colpa o negligenza" per essere risultato positivo due volte al Clostebol, una sostanza proibita, nel marzo 2024. Il presidente della Fitp ha così commentato: "Abbiamo grande fiducia nell’organo (il TAS) che dovrà porre la parola fine sul caso. Poiché Sinner ha dalla sua non soltanto l'evidenza dei fatti ma anche l'assoluzione da parte di ben tre organi indipendenti, sono sicuro che l'unico effetto dell'appello della Wada sarà positivo, perché sancirà l'innocenza del ragazzo e metterà fine una volta per tutte a questa vicenda restituendoci un campione nel pieno della sua serenità".
Fonte: Gazzetta.it