Il girone della febbre. Quella che nella prima partita (ore 14) ha provocato i brividi ad Alcaraz e al suo gioco esplosivo finendo per sparigliare le carte in un quartetto dalle gerarchie limpidissime alla vigilia: lo spagnolo e Zverev favoritissimi, Ruud e Rublev semplici valletti dei pronosticati sovrani. E invece la vittoria al debutto del norvegese contro Carlitos menomato ha rimescolato tutto, regalando all’ultima giornata l’eccitante pomeriggio di una sfida infuocata tra Sasha e Alcaraz, decisiva soprattutto per il prodigio murciano, e con implicazioni non banali sulla classifica di fine anno alle spalle dell’imprendibile Sinner. Ma l’inseguimento al numero due del ranking, che nello Slam australiano di gennaio significherebbe evitare Jannik sino alla finale, non sarà il primo pensiero dei contendenti: in palio infatti c’è la sopravvivenza alle Finals, ed è giusto che il match sia stato messo in apertura del programma dei singolari, per evitare possibili cali di motivazione di fronte al risultato già noto dell’altra sfida. Tra due grandi campioni dovrà essere partita vera, anche se a Zverev basterà vincere un set per essere sicuro della semifinale, mentre per Carlos vincere potrebbe addirittura non essere sufficiente.
Era dal 2010, seconda edizione londinese, che non si arrivava alla terza giornata di entrambi i gironi senza ancora alcun verdetto, ma non c’è dubbio che al momento Sasha vada considerato il principale rivale di Sinner per il titolo di Maestro 2024. Trionfatore a Parigi Bercy, in serie aperta da sette partite, il n.2 del mondo dopo due match ha le migliori statistiche al servizio e nel rendimento di dritto e rovescio e come in Francia, alla fine di ogni fatica agonistica si sottopone a un’altra ora di allenamenti: "Non si tratta di oggi, di domani, o di lavorare in vista della prossima partita. Voglio semplicemente migliorare alcune cose già per la prossima stagione. Voglio sviluppare ulteriormente il mio gioco per poter competere con Jannik e Carlos. Sono loro il riferimento in questo momento, vincono gli Slam. Voglio far parte di quel gruppo. So che loro miglioreranno, quindi devo tenere il passo". Idee chiare, motivate anche dalla ritrovata condizione fisica dopo la polmonite che lo ha colpito alla Laver Cup (una Tac ha rivelato che sta giocando con il 25% in meno di capacità polmonare), e la consapevolezza che a 27 anni, di fronte all’incedere impetuoso di Sinner ed Alcaraz, è necessario salire sull’ultimo treno per non finire tra i reduci della generazione perduta.
Con Carlitos i precedenti sono in parità (5-5), ma l’ultimo, la finale del Roland Garros, è ancora una ferita aperta per Sasha, che avrebbe sicuramente la convenienza tecnica ad eliminare un concorrente insidiosissimo. Certo, il duello richiederà la miglior versione attuale dello spagnolo nonostante i malanni: "Devi giocare il tuo miglior tennis anche se sei malato. Devo dimenticare che non mi sento bene, ed esprimere un ottimo tennis. È questo che fanno i migliori, e io un giorno sarò tra i più forti pure sui campi indoor, anche se per adesso faccio fatica". Seduti sulla riva del fiume, il redivivo Ruud, tornato perfino un po’ a sorpresa vicino ai livelli del 2022, e l’eterno incompiuto Rublev attenderanno gli eventi, anche se al russo servirebbe un miracolo. Ma queste sono le Finals e tutto può accadere.
Fonte: Gazzetta.it