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Tennis

Errani-Paolini, come e perché funziona la coppia in semifinale a Miami

Giuseppe Di Giovanni
Errani-Paolini, come e perché funziona la coppia in semifinale a MiamiN/A
Sono una lo specchio dell'altra. Sara e Jasmine si giocheranno l'accesso in finale contro le americane Kenin e Mattek-Sands, con chance di vittoria del torneo. E, guardando più in là, anche di medaglia alle Olimpiadi. Ecco i loro segreti
Si dice sempre che per far funzionare una coppia, nel tennis e nella vita, le due parti devono essere completamente diverse fra di loro. Invece, guardando giocare Jasmine Paolini, basta chiudere gli occhi e pensare alla Sara Errani di più di 10 anni fa, quando con la sua Excalibur faceva tremare il mondo. Un tennis fatto di tigna, di lotta, di difesa e accelerazioni improvvise, di esaltazione nella sofferenza. Per questo Paolini ed Errani competono insieme: sono l’una lo specchio dell’altra. Giocheranno la semifinale di Miami contro le americane Kenin e Mattek-Sands, con chance di prendersi l’ultimo atto di un torneo così prestigioso. "Jasmine? Mi fa 800mila domande al giorno, apprende come una spugna e mi chiede qualsiasi cosa", così Sara ha descritto la sua compagna, quella con cui sembra aver trovato un feeling paragonabile a quello che aveva con Roberta Vinci, quando le due azzurre dominavano nel doppio.  L’obiettivo è chiaro, quello di presentarsi all’Olimpiade con il pensiero di poter prendersi una medaglia. E non è una missione così impensabile: al momento Jasmine è la numero 14 nel ranking Wta singolare e Sara la 41 in quello doppio. Sono numeri sufficienti per presentarsi a Parigi (con un ottimo ranking combinato) e - al netto degli infortuni - la classifica può ancora migliorare molto (Paolini ed Errani sono 7 nella Race). Inoltre, Sara sembra aver ritrovato lo smalto di un tempo, tornando a essere la doppista in grado di vincere tutti gli Slam in due anni (dal 2012 al 2014, con un bis negli Australian Open). "Io la considero veramente forte, è una giocatrice che non molla, che risponde sempre presente quando bisogna soffrire": così Errani ha benedetto Jasmine, che porta i limiti a trasformarsi in vantaggi, come faceva Sara nel suo prime. "L’altezza? Magari con 10 centimetri in più servirei meglio, ma con le ipotesi non si va mai lontano", sentenzia la toscana, che ha utilizzato il doppio per diventare una singolarista migliore, su consiglio di Coach Furlan. "Poi è arrivata Sara…", come una folgorazione. Già, perché Jasmine+Sara è tutto ciò che non ci aspettavamo, ma di cui il tennis azzurro aveva bisogno.