Londra, 00:25 del 24 settembre 2022. La storia bussa e le lancette rispondono. Quella è l'ora esatta in cui termina la fantasmagorica carriera di un dio dello sport: Roger Federer. E poco importa se l'ultimo match, giocato alla O2 Arena nell'ambito della Laver Cup, ha visto la sconfitta del campionissimo svizzero in doppio assieme all'amico-rivale di sempre, Rafael Nadal, contro il duo composto da Jack Sock e Frances Tiafoe.
Vincitori al primo set, i due campionissimi del team Europa sono stati alla fine sopraffatti dagli statunitensi, che si sono imposti al terzo set 11-9 al super tie-break. Ma in serate come queste il risultato passa in secondo piano, perché sulla scena tutti i riflettori sono puntati su di lui: il re elegante del tennis, nell'ultimo giorno in cui agita il suo scettro.
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L'ultimo atto
Che Federer fosse arrugginito lo si è notato subito. Non calcava un campo da tennis da Wimbledon 2021, chiudendo così un cerchio che sa di mito: perché il talento di Re Roger è nato a Londra e a Londra è finito. La sconfitta in Laver Cup è arrivata nel quarto match di giornata tra team Europa e team Mondo, fissando il computo sul 2-2. In alcuni momenti del match, però, lo svizzero si scrolla di dosso la ruggine trasformandola in polvere di stelle e regala brevi malinconici lampi della sua classe ultra cristallina. Come quando fa passare la pallina nel buco tra la rete e il paletto: l'ennesima magia di un fenomeno che neanche il giorno del suo addio riesce a non siglare record.
E lo fa in coppia con l’avversario di mille battaglie e decine di sfide epiche, un altro campionissimo della racchetta che, sul campo londinese, con la sua impugnatura mancina sembra riflettere Roger in uno specchio: Rafa Nadal. Non c'è timore di sbagliare nel dire che, insieme, i due fuoriclasse hanno scritto quasi due decenni di storia del tennis. Ma la sera del 24 settembre, tra le altre cose, c'era anche un risultato da consegnare agli annali. Un risultato amaro per la coppia Federer/Nadal: contro il duo americano Sock/Tiafoe finisce 4-6, 7-6(2), 11-9.
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Il match e "coach" Djokovic
Federer e Nadal entrano in campo col delirio dei 20mila della O2 Arena, sospesi fra euforia e commozione, nell'abbraccio di bandiere rossocrociate e striscioni. Non c'era un posto libero. Le voci dei presenti sono una partitura di pianti strozzati e cori, primo fra tutti il ritmato "Let's go, Roger, let's go!". Le tribune sono anche un almanacco di super celebrità: Bill Gates, Hugh Grant, Anna Wintour, Stella McCartney. Ma anche grandi nomi del tennis: Laver, Edberg, Zverev. In panchina ci sono altri grandi campioni a supportare il super duo europeo, primo fra tutti Novak Djokovic, che consiglia e dirige i colleghi di racchetta come un autentico coach, soffrendo visibilmente per la sconfitta. "Magari fate giocare un colpo in più a Tiafoe quando è dietro", dice il serbo. Con Nadal che risponde: "Ah ok, gli facciamo fare un colpo in più e andiamo a rete, perfetto".
La partita è per tennisti veri e il primo set viene deciso con un break nel game 10, poi un break per parte in avvio di secondo parziale e massimo equilibrio fino al tie-break. Federer è concentrato quando Nadal gli dà la carica. Tra i due basta poco, anche solo uno sguardo, condito dai sorrisi sornioni che l'occasione impone. Alla fine però la spuntano gli statunitensi dopo un braccio di ferro. I punti finali della carriera di Roger sono un susseguirsi di emozioni, Nadal e Federer sprecano un match point sul 9-8 in loro favore, gli avversari non sbagliano ed è vittoria per il team Mondo.
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L'abbraccio con Nadal e le lacrime
A fine match, le prime due azioni che compie Roger sono da spaccacuore: sorride e, con gli occhi lucidi, abbraccia forte e insieme delicato il "suo" Rafa Nadal. Il boato della O2 Arena e del mondo è talmente fragoroso da diventare quasi silenzio, mentre la storia prende forma negli ultimi passi di Federer su un campo da tennis. Il Re è commosso, il mondo è commosso.
Ad abbracciarlo a lungo e intensamente sono anche i 20mila del palazzetto di Greenwich, che hanno creato un'atmosfera da grande addio per l'uscita di scena del maestro di Basilea.
Emozioni e numeri: una carriera straordinaria
È inutiule, ma lo diciamo lo stesso: la carriera di Roger Federer è stata pazzesca. Le emozioni e la passione che ha trasmesso ad almeno due generazioni di appassionati non è minimamente quantificabile. È un patrimonio mondiale. Come si fa a farne solo una questione di numeri? Se si dà uno sguardo, però, anche solo i numeri fanno correre i brividi lungo la schiena: oltre 1.200 match vinti, 103 titoli ATP e 20 Slam, di cui 8 volte Wimbledon. E ancora l'Oro olimpico in doppio ai Giochi di Pechino, la Coppa Davis vinta a Lille nel 2014.
Senza parlare del talento, del gesto, dell'eleganza, del genio quasi rinascimentale di un dio sceso in terra a insegnare il tennis. Negli occhi di tutti resta il suo sorriso e la sua maestria di tennista. La mano accarezza la racchetta e la racchetta accarezza la pallina. Per sempre.