Si chiude il cerchio. Jannik Sinner, un anno dopo la prima gioia Slam, batte il numero 2 del mondo Sascha Zverev 6-3 7-6 6-3 e conferma il titolo dell’Australian Open. Jannik diventa così il primo italiano della storia con tre Slam e allunga la striscia record di 21 vittorie sul cemento contro colui che per ultimo lo aveva battuto in uno major sul duro, a New York 2023. Un Sinner ai limiti della perfezione risorto dalle sue ceneri dopo che era stato a un passo dall’uscire di scena contro Holger Rune, colpito da un virus che lo aveva debilitato. Capace di tirare fuori il tennis migliore proprio nella partita decisiva al punto da non offrire alcuna palla break al suo avversario nel totale dei tre set giocati. Forse è questa la differenza tra il numero 1 e il numero 2: tre finali Slam vinte per Jannik, altrettante perse per Sascha. Primo set di altissimo livello da parte di Sinner. Nessuna palla break concessa e una capacità di rispondere ai tremendi servizi di Zverev incredibile. Il tedesco, per riuscire ad avere la meglio sui propri turni di battuto ha forzato anche spesso la seconda, con una vincente di 218 km/h ma alla fine, sul 4-3 a favore di Sinner ha ceduto il servizio dopo aver salvato cinque palle break. È uno Jannik praticamente perfetto: concentrato, superiore tatticamente, bravissimo ad evitare quanto più possibile la diagonale di rovescio dopo aver capito che da quella parte non si riusciva a passare. Alla fine il numero 1 al mondo chiude 6-3 con pochissimi errori contro un avversario comunque capace di servire l’81% di prime palle. Nel secondo parziale, Jannik ha due palle break sull1-1, ma il tedesco si salva anche grazie all’aiuto del nastro che, più avanti, scopriremo essere protagonista di questa partita. Sul 4-5 Jannik va sotto 0-30, estrae tre prime grandiose e chiude. Sascha reggere attaccato coi denti alla partita ma soprattutto al suo servizio, che lo toglie spesso dai guai. Sul 6-5 30-30 ecco il punto forse più bello del match, con il tedesco che si salva più volte e sembra prendere l’inerzia dello scambio per un punto che lo porterebbe a set point, ma Sinner passa approfittando di una volée incerta di Sasha. Si va al tie break in cui Jannik solitamente è maestro: sull’1-1 e servizo Sinner, Sascha prende quattro volte le righe nello scambio e va avanti un minibreak, ma perde i due servizi successivi con Jannik che sale 3-2. Non è finita: l’azzurro sbaglia e manda in corridoio, si cambia sul 3-3 e nessuno dei due sembra volere tenere il servizio. Sul 4-4 un nastro provvidenziale, divino, il nastro del destino regala un altro minibreak a Jannik, che sul 5-4 è perfetto e chiude il secondo set. Nel terzo il tedesco numero 2 al mondo è abbattuto ma prova a resistere, è sempre la battuta a tenerlo in piedi, ma nel sesto game l’altoatesino lo sorpassa, è 4-2 e servizio ma rischia subito dopo, ai vantaggi. Si accende la fiammella della speranza per Zverev che spera di infilarsi nello spiraglio aperto da Jannik che due volte però si procura la palla del 5-2 grazie ad altrettanti servizi vincenti e chiude ancora davanti. Sul 5-3 serve per il match. IL primo 15 è del tedesco, Jannik mette la poker face, spara un drittone lungolinea e va 15-15. Ace, 30-15. Spinge troppo col dritto, forse un po’ di emozione, forse la voglia di chiudere questa, pur breve, agonia: 30-30. Non può sbagliare, e infatti ci pensa Zverev a farlo: 40-30, match point. E’ finita Jannik, sei campione. Di nuovo.
Fonte: Gazzetta.it