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Tennis

Furlan, il coach della svolta di Paolini: "La forza della sua tecnica contro quelle alte e potenti"

Federica Cocchi
Furlan, il coach della svolta di Paolini: "La forza della sua tecnica contro quelle alte e potenti"N/A
I due lavorano assieme a tempo pieno da 4 anni: "Jasmine è agile, elastica, e battere avversarie di livello le ha dato fiducia. Ora sa quanto vale"

Schivo, pacato, Renzo Furlan è la chiave della crescita di Jasmine Paolini. Non ama parlare di sé e del suo lavoro, non vuole distogliere le attenzioni dalla sua piccola gemma che ieri, concedendo appena tre game a Emma Navarro, che l’aveva sempre battuta, ha conquistato la semifinale di Wimbledon. Qualcosa che fa impressione anche solo a pensarlo. Sui campi che sono stati di Chris Evert, Martina Navratilova, di Steffi Graf e Serena Williams, domani Jasmine cercherà un posto in finale contro Donna Vekic.

La crescita sull’erba è un obiettivo in cui Furlan ha sempre creduto, lo ha detto anche nei giorni scorsi, ai microfoni delle televisioni: "L’erba tra tutte le superfici su cui si giocano gli Slam è forse la più difficile. Il percorso di Jasmine è frutto della sua fiducia, del suo livello e della sua consistenza". Ma anche della sintonia che lega coach e giocatrice, entrambi votati al lavoro, perfezionisti, attenti al particolare: "Anche negli anni scorsi aveva dimostrato di poter fare buone cose su questa superficie – ha detto l’ex top 20 azzurro - poi certo è piacevole stupirsi di tutti i passi che sta facendo". 

Furlan e Paolini hanno iniziato a lavorare insieme nel 2015, ma senza troppa continuità perché il tecnico aveva ancora un contratto da direttore tecnico della federtennis della Serbia. La toscana era rimasta senza allenatore e lo aveva contattato e per un periodo, fino a inizio 2020 i due avevano una collaborazione “part time”. È bastata la continuità per raggiungere i primi risultati, fino al primo titolo Wta, il 250 di Portorose contro Alison Riske. Il primo tassello di un mosaico che l’aveva portata dal numero 93 al 64 al mondo. E sembrava già un risultato straordinario. Adesso, con una semifinale a Wimbledon e la finale del Roland Garros ottenuta sia in singolare che in doppio, sembra di parlare di un’altra era. L’altezza di Jasmine, 164 centimetri di adrenalina pura, non è mai stata un problema per il tecnico, che in occasione della King Cup di Siviglia, dove Paolini era stata protagonista, aveva parlato di quanto fosse importante la tecnica più che la potenza, e ieri contro Emma Navarro, tecnica e tattica hanno fatto la differenza: "È vero che anche tra le donne adesso ci sono giocatrici alte e potenti, ma la tecnica è decisiva. È la tecnica che fa viaggiare la palla e la sua va molto veloce. In più è agile e molto elastica".

A detta di Furlan, la svolta è arrivata nell’estate scorsa: "È scattato un clic, ha cominciato a giocare bene, ha battuto avversarie di livello e a fine anno si è ritrovata in top 30: questo ha aumentato la sua consapevolezza e la sua fiducia e chiaramente l’ha convinta ad allenarsi ancora meglio, a fare un passo in più - ha raccontato -. Jasmine non è affatto presuntuosa, ma è sicura dei propri mezzi e di fronte alle vittorie ha cominciato a credere molto di più in se stessa". Le basi, sono sempre state buone, la differenza l’ha fatta il lavoro di cesello svolto nel tempo: "Quando l’ho vista le prime volte - raccontava ancora Furlan - mi ha impressionato per la grande velocità di palla. Però notavo che faceva sempre più o meno le stesse cose. Oggi parliamo di una tennista completa, serve bene, sa colpire con tante variazioni, e soprattutto non è più soltanto abilissima in difesa, ma anche in attacco". L’esperienza in doppio con Sara Errani, con cui ha conquistato gli Internazionali ed è arrivata in finale al Roland Garros, ha aggiunto al suo bagaglio una maggiore sicurezza nel gioco di volo e davanti alla rete. Una pennellata dopo l’altra, il capolavoro è quasi completo.

Fonte: Gazzetta.it