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Tennis

Jannik, un percorso da numero 1 verso gli US Open: Djokovic e Alcaraz sono avvisati

Francesco Sessa
Jannik, un percorso da numero 1 verso gli US Open: Djokovic e Alcaraz sono avvisatiN/A
Prima la vittoria a Cincinnati, terzo Masters 1000 della stagione, poi la notizia dell'assoluzione dalla positività al Clostebol: così il numero 1 del mondo torna a fare paura

Il tempismo con cui Jannik Sinner è tornato a conquistare un titolo ricorda il timing sulla palla quando c’è da lasciare andare il braccio e piazzare il vincente: perfetto. Uno schiocco unico, riconoscibile a occhi chiusi. Il numero 1 del mondo ha vinto a Cincinnati, battendo Frances Tiafoe in finale dopo la lotta con Sascha Zverev e, prima ancora, la rivincita su Andrey Rublev, che lo aveva sconfitto a Montreal. Secondo Masters-1000 dell’anno, terzo della carriera, quinto titolo del 2024. Ma anche (o soprattutto?) il miglior segnale possibile prima degli Us Open, al netto del caso Clostebol che ha agitato le ultime ore: alla vigilia dell’ultimo Slam dell’anno, la sagoma di Sinner torna a farsi bella ingombrante. Tempismo, appunto. Jannik ha scelto il momento migliore per ricordare a tutti chi sia il numero 1 del mondo, dopo settimane in cui sono stati gli altri a prendersi la scena: Alcaraz e Djokovic si sono affrontati in finale a Wimbledon e alle Olimpiadi, dividendosi la torta (Carlos campione ai Championships, Nole a Parigi), mentre Sinner affrontava un ormai anomalo momento di stallo, tra un paio di ko (con Medvedev a Wimbledon e Rublev in Canada) e noie di salute. La tonsillite ha costretto l’azzurro a saltare i Giochi, a Montreal la condizione non era ancora perfetta e nella corsa al titolo a Cincinnati ci si è messa pure l’anca, problema che ogni tanto ritorna a infastidire il rosso di San Candido. Jannik è stato più forte delle difficoltà e adesso, mentre Djokovic e Alcaraz lavorano lontano dai riflettori in vista degli Us Open, le copertine tornano a essere sue. 

Solo notizie positive, dunque. Intanto per la bacheca: tre Masters-1000 sono tanti, considerando che poco più di un anno fa (prima del successo a Toronto) Sinner era a quota zero. Il 1000 era l’obiettivo, il traguardo che non arrivava, mentre adesso ci si è già fatti l’abitudine. Vincere aiuta a vincere e Jannik sta diventando uno specialista delle finali: non perde un match per il titolo dalle Atp Finals di novembre contro Djokovic, quest’anno è a cinque su cinque. Una stagione, fin qui, pazzesca: 48 vittorie su 53, con dunque il 90,6% di successi. Per intenderci: solamente tre giocatori – dal 1990 in poi – hanno chiuso la stagione con una percentuale di vittorie superiore al 90% e i loro nomi sono Federer, Djokovic, Nadal. Le recenti sconfitte al Roland Garros e Wimbledon rischiavano di oscurare tutto il resto, Sinner ha sùbito messo le cose a posto. E adesso?  Ora testa agli Us Open. Si parte tra poco, lunedì 26. Meno di una settimana per entrare in clima Slam, ma il percorso di Cincinnati può sicuramente aiutare Sinner: quattro partite vinte di cui due con top-10 (Rublev e Zverev) entrambe al terzo set e un tennis vicino al suo massimo. Sicuramente si può ancora migliorare: soprattutto con il dritto anomalo (giocato dalla parte sinistra del campo), Jannik non è stato costante come sempre. E l’anca è da tenere d’occhio: nell’intensità di due settimane (si spera) di uno Slam, il fisico deve essere un supporto importante. Ma adesso, con un torneo giocato da campione, Sinner torna con forza in alto anche nelle sensazioni in vista degli Us Open. Djokovic si è rilanciato vincendo le Olimpiadi, Alcaraz è Alcaraz, Medvedev a New York ha fatto sempre bene e Zverev sembra pronto a lottare per un Major. Ma Sinner, proprio quando contava di più, è tornato a giocare da numero 1 del mondo. Il tempismo di Jannik, in fondo, non è mai stato un problema.

Fonte: Gazzetta.it