Aveva ragione Simona Halep ad essere ottimista dopo l’udienza al Tas di qualche giorno fa. La romena ha vinto infatti l’appello contro la squalifica di quattro anni, inizialmente comminata per la positività all’antidoping causata dal Roxadustat allo US Open 2022 e la successiva infrazione riscontrata al passaporto biologico. L’ex numero del mondo ha già scontato la squalifica ed è dunque libera di tornare a giocare, cosa che potrebbe già fare a Miami, se il torneo le concederà una wild card (ne ha a disposizione ancora quattro). La Halep attualmente non ha classifica. A dare comunicazione della sentenza è stato il Tas di Losanna. "Il panel del Tas ha stabilito all'unanimità che il periodo di quattro anni di squalifica imposto dal tribunale indipendente dell'Itf (federazione internazionale tennis, ) deve essere ridotto a nove mesi a partire dal 7 ottobre 2022, periodo scaduto il 6 luglio 2023", si legge nel comunicato. La Halep era stata fermata dopo la sconfitta al primo turno dello US Open del 2022 e poche settimane dopo, passato anche un intervento chirurgico per curare un problema al naso, ha ricevuto la notifica della positività a un controllo durante lo Slam. Da lì è cominciato un calvario che l’ha vista ferma più di un anno dove lei ha sempre ribadito la propria innocenza all’accusa più grave a cui andava incontro: essere una che ha alterato volontariamente le proprie prestazioni per trarre un vantaggio. Halep, che andava in appello contro due infrazioni, ha visto passare entrambe le tesi difensive. Sul test antidoping risultato positivo il tribunale ha accettato la tesi per cui la romena non sapesse che l’integratore consegnatole dal suo allenatore (ai tempi Patrick Mouratoglou) e il suo team contenesse la sostanza dopante, Roxadustat, di cui lo stesso tecnico ha ammesso sia in tribunale durante il processo di primo grado sia in un successivo video la colpa di non aver controllato bene gli ingredienti segnati. Per quanto riguarda il passaporto biologico, il tribunale ha accertato i valori del sangue di un test fatto il 9 settembre dalla rumena in previsione di un intervento al naso effettuato poco dopo, mentre il passaporto biologico rilevava un'anomalia il 22 settembre: di fatto l'appello ha detto che quei risultati e il comunicato rilasciato dalla romena che non avrebbe più giocato per il resto del 2022 hanno di fatto cancellato le accuse mosse dal tribunale indipendente, visto che quel test non può essere considerato valido in virtù dell'intervento chirurgico.
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Halep aveva ragione: vince l'appello contro la squalifica per doping. Può tornare a giocare
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