La storia era già scritta e la storia si è compiuta. Il giovane re ha indossato la corona dentro il suo palazzo preferito al termine di una stagione unica, ricca di battaglie, dolori, preoccupazioni e tanti successi. Vincendo le sue prime Atp Finals Jannik Sinner può stare davvero comodo sul trono del numero uno del tennis mondiale. E da lì con il suo sorriso da ragazzino guarda tutti dall’alto in basso dando appuntamento a gennaio. Il popolo dei tifosi lo osanna perché ha trovato un campione genuino che darà soddisfazioni per tanti altri anni ancora. L’Italia dello sport può fregiarsi di un fuoriclasse che per popolarità e capacità di attrazione mediatica sta calcando velocemente le orme di Alberto Tomba, Valentino Rossi o Marco Pantani tanto per citare alcune icone senza tempo che grazie alle loro imprese rimarranno sempre nei nostri ricordi. Jannik rispetto a loro è un ragazzo più semplice, senza eccessi. Un vero esempio per i coetanei. Il massimo dello slancio che possiamo aspettarci da lui è il pugno alzato dopo un punto o la mano all’orecchio per chiamare l’applauso.
E con la semplicità che lo contraddistingue, alla sua maniera, si è preso anche il torneo dei Maestri dominando il finalista di turno senza inzuppare troppo la maglietta di sudore. Taylor Fritz ha potuto opporre poca resistenza ma chiunque dei top dieci presenti a Torino al suo posto avrebbe fatto la stessa fine. S’era capito già dai primi match del girone di qualificazione che la quarta edizione della Finals torinesi avrebbe preso una direzione a senso unico. L’alfiere azzurro, se in condizione, è oggi almeno una spanna sopra tutti gli altri rivali. Il record stagionale di settanta vittorie e solo sei sconfitte costituisce uno score di primissimo livello che non sarà facile eguagliare per nessuno nei prossimi anni. Nemmeno per lo stesso Jannik. È questione di testa e naturalmente di gioco. In un solo anno Sinner ha completato la sua maturazione.
C’era un colpo che più degli altri doveva migliorare nel suo bouquet tecnico e questo era il servizio ormai fondamentale nel tennis moderno soprattutto quando si gioca sulle superfici veloci. La finale di ieri pomeriggio ha confermato come l’obiettivo sia stato centrato perfettamente. Sinner ha piazzato la bellezza di 14 ace, mettendo in campo il 71 per cento di prime palle senza commettere alcun doppio fallo. Per il resto è una questione di intensità e potenza, doti innate per il rosso della Val Pusteria e coltivate in modo impeccabile dai suoi allenatori Simone Vagnozzi e Darren Cahill. Questi ritmi dettati dalle poderose accelerazioni con il dritto nel circuito del tennis mondiale non riesce a reggerli nessuno. Dall’inizio della prossima stagione sarà lui l’avversario da battere. Chiunque dei suoi colleghi moltiplicherà le forze pur di provare a mettere nel suo curriculum una vittoria contro il robocop italiano. Per questa ragione diventerà tutto più difficile e allo stesso tempo sfidante. Ma c’è dell’altro: il nostro eroe dovrà gestire al meglio ciò che lo circonda. Gli sponsor che fanno la fila per poter utilizzare la sua immagine, i milioni di euro in cassaforte e tanta popolarità. Non pensiamo, comunque, che le vertigini da successo possano minare la sua personalità. Jannik resta un ragazzo semplice che ha avuto un’educazione ferrea dove gli eccessi non sono proprio contemplati. Fossimo in lui sul campo cercheremmo di consolidare il vantaggio che ha sulle superfici veloci e metteremmo nel mirino soprattutto Wimbledon, lo Slam che più di ogni altro regala l’ingresso nella storia del tennis.
Intanto, però, resta ancora del lavoro da fare, la Coppa Davis. L’ultima fatica, per il tricolore. Non conosciamo a che livello siano le batterie del nostro campione ma siamo certi che darà tutto ciò che gli è rimasto in corpo pur di bissare insieme ai suoi compagni il successo dell’anno passato. E affibbiare al tempo stesso un altro simbolico schiaffo al rivale del futuro. Quel Carlos Alcaraz che giocherà la fase finale della Davis tra le mura amiche di Malaga e che nel ranking di fine anno si trova a quasi cinquemila punti dall’azzurro, una voragine difficile da colmare in tempi brevi. L’Italia chiama ancora, Sinner è pronto a regalarci un’altra gioia.
Fonte: Gazzetta.it