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Tennis

Meno spettacolo, più sostanza: Musetti è cambiato, ora il focus è sulla vittoria

Luigi Ansaloni
Meno spettacolo, più sostanza: Musetti è cambiato, ora il focus è sulla vittoriaN/A
Ora l'azzurro non rinuncia ai suoi eccezionali colpi, ma bada molto di più al sodo: "Ho capito che conta solo il risultato finale, e dunque accetto di non riuscire a fare sempre quello che voglio"

Essere meno Lorenzo Musetti per crescere come tennista, come giocatore, per vincere di più, per realizzare finalmente il suo vero potenziale. E pazienza se c'è meno spettacolo. C’è un passaggio nella conferenza stampa dell’azzurro, alla fine del quarto di finale vinto contro Taylor Fritz a Wimbledon, che rivela più di tutti gli altri quello che si è intravisto nella stagione su erba e che è diventata definitiva realtà ai Champions: “Ho sentito la necessità di cambiare atteggiamento in campo. Ho buttato via troppe partite per il mio atteggiamento, perché sono un fanatico del tennis, non concepivo il pensiero di stare in campo e non giocare bene, non mi piaceva e soffrivo, ci stavo male – ha detto Musetti -. Ora ho capito che capitano le partite così, dove non sei al massimo ma devi comunque vincere, e ho capito che conta solo il risultato finale, e dunque accetto di non essere sempre al 100% in campo, di non riuscire a fare sempre quello che voglio e dunque mi comporto di conseguenza”.

Musetti sembra cercare meno la giocata ad effetto, cosa che probabilmente e forse paradossalmente lo rende più tranquillo anche nei momenti cruciali della partita. La conversione delle palle break, ad esempio, 6 su 13 (il 46%), con un servitore affatto niente male come Fritz, su erba, sta a dimostrarlo. Musetti adesso rimane più in partita, sembra molto più concentrato, non butta via niente, e pazienza se si vedono meno colpi di fino, meno rovesci lungolinea o quant’altro. Un cambio di atteggiamento che se mantenuto e se unito al talento potrebbe davvero far salire sempre più in alto un giocatore che sarà anche un Panda come stile di tennis, ma è pur vero che il Panda è un animale che non si è estinto e non vuole saperne di scomparire. Una presa di coscienza importante, un cambiamento enorme, per un ragazzo di 22 anni, considerato (e a ben vedere) un talento straordinario, tanto da scomodare e accostare al suo nome, nemmeno troppo raramente, ad uno straordinario termine di paragone come Roger Federer. Adesso, lo dicono le statistiche, Musetti ha sempre conservato i suoi eccezionali colpi, ma badando molto di più al sodo. Ad esempio contro Fritz, alla fine della partita, quello che ha sbagliato molto meno è stato Musetti (39 errori gratuiti contro i 55 dell’americano), e più in generale Lorenzo sembra cercare molto meno la giocata ad effetto, mantenendo di più lo scambio, accettandolo anzi, non fuggendo dal corpo al corpo come magari faceva prima. 

Fonte: Gazzetta.it