C’è una parola che sta accompagnando Jannik Sinner durante questi Australian Open. E questa parola è sonno. Abbiamo scoperto da lui stesso che tra le cose che gli piacciono di più c’è quella di dormire tanto. Il riposo è dunque uno dei segreti del nostro guerriero che riesce a rigenerarsi anche nel giro di una sola notte. D’altra parte, come dicono gli esperti in materia, dormire bene serve per ripulire il cervello dalle tossine prodotte durante il giorno cancellando anche le memorie inutili. La controprova che la cura del sonno faccia bene al nostro numero 1 del mondo l’abbiamo avuta ieri mattina nel match dei quarti di finale che lo ha visto opposto ad Alex De Minaur, spazzato via con estrema facilità in tre set. I piccoli dubbi della vigilia legati allo stato fisico dell’azzurro dopo il malessere accusato lunedì contro Rune sono ben presto svaniti. Di fatto non c’è stata mai partita. I due si conoscono dai tempi delle Next Gen Finals del 2019 a Milano.
Il ragazzino Sinner che si affacciava per la prima volta in un palcoscenico internazionale di rilievo, giocò un grande torneo e vinse la finale proprio contro l’australiano. Da allora la loro rivalità è stata a senso unico. Lo score è impietoso: 10-0 per Jannik e francamente non si intravedono possibili inversioni di rotta in futuro. Il perché è presto detto: hanno lo stesso impianto di gioco, ma è troppa la differenza di velocità dei colpi. Il tennis del nostro campione ha una potenza e un’intensità di un altro livello. De Minaur, che davanti al suo pubblico sognava l’impresa delle imprese, ieri mattina ha però capito fin da subito che il suo ruolo sarebbe stato solamente quello dello sparring partner di lusso. Sinner non gli ha lasciato scampo giocando sprazzi del suo miglior tennis e portando a casa un buon allenamento. L’alfiere azzurro è in crescendo di condizione e va rapidamente verso la forma migliore. Il servizio funziona, il cross stretto di rovescio va che è una meraviglia, la risposta alla battuta anche meglio. Sarà quest’ultima un’arma fondamentale da sfoderare nella semifinale contro il mancino americano Ben Shelton, vero e proprio bombardiere che durante la sua giovane carriera ha già toccato con il servizio punte record di 246 km all’ora.
È la nuova speranza americana del tennis, di lui si parla un gran bene da un paio d’anni ma la verità è che non è ancora riuscito a fare quel salto di qualità necessario per entrare tra i primi dieci giocatori del mondo. Quella di domani sarà la sua seconda semifinale Slam. Il cemento è perfetto per il suo tennis però la differenza con Sinner è ancora notevole. I precedenti sono 4-1 per l’azzurro che vede davanti a sé la seconda finale consecutiva a Melbourne. Difficile che si lasci scappare questa ghiotta occasione. Jannik l’imbattibile, che ha eguagliato la sua striscia di vittorie consecutive (19), è affamato di nuovi record. Sono gli altri a doversi preoccupare.
Fonte: gazzetta.it