Con una bella rimonta dopo un set completamente steccato Jasmine Paolini si qualifica al terzo turno del Wta 1000 di Pechino. L'azzurra supera in due ore e 10 minuti la danese Clara Tauson (n. 72 del mondo) e ottiene un successo molto importante all'esordio nell'ultimo Wta 1000 della stagione. Finisce 1-6 7-5 6-4 per Jasmine, che sfrutta la sua esperienza a questi livelli per fermare una giocatrice che aveva dominato nei primi minuti di gioco. Il primo set viene compromesso immediatamente, con Tauson che sale rapidamente 4-0 (doppio break) e Paolini che cerca di rimontare, ma a quel punto è impossibile. Il parziale finisce 6-1 in 31 minuti, con la danese che passa al terzo set point. Paolini si riassesta e entra in partita prima che sia troppo tardi.
Break in apertura di secondo set, altro servizio strappato nel quinto game e 4-1 comodo. Jasmine avrebbe addirittura la palla del 6-1 sul servizio dell'avversaria, ma non la sfrutta e subisce un inspiegabile black-out: da 5-1 a 5-5, con Tauson che rimette tutto in totale equilibrio. Nel finale di set Paolini amministra da grande giocatrice, strappa ancora il servizio e chiude al terzo set point. L'inerzia sembra girata dalla parte di Jasmine, ma Tauson è dura a mollare. La numero 1 italiana annulla tre palle del 2-0 nel secondo game del set decisivo, Tauson rischia pochissimo al servizio e si arriva al momento decisivo sul 4-4. La scandinava infila due errori gratuiti consecutivi e cede nel nono game, mandando Jasmine a servire per il match. Paolini non trema e risolve la pratica, portandosi a casa il match. Ad affrontare Paolini, nel terzo turno del Wta di Pechino, sarà la polacca Magda Linette, vincente in tre set contro la giapponese Uchijima. Dura due ore e 43 minuti la stoica resistenza di Elisabetta Cocciaretto contro la belga Elise Mertens. La numero 29 del mondo vince 6-4 6-7 (6) 6-3 e accede al terzo turno con enorme fatica. Cocciaretto è formidabile nel secondo set, riuscendo ad annullare due match point nel decimo gioco e un altro al tie-break. Non basta, perché nel set decisivo Mertens riesce a salire in cattedra.
Fonte: Gazzetta.it