Da quando il 23 agosto 1973 l’Atp decise di introdurre la classifica computerizzata che teneva conto dei risultati effettivi di ciascuno giocatore, partita per partita, Jannik Sinner è il 29° numero uno della storia. E grazie ai risultati di Cincinnati, è sicuro di conservare il primato almeno fino alla fine degli Us Open, cioè per almeno altre tre settimane. Non è un dettaglio di poco conto: significa che la Volpe Rossa arriverà a 13 settimane con il simbolo del primato accanto al suo nome, eguagliando Andy Roddick ma soprattutto lasciandosi alle spalle un mito come Boris Becker, che fu numero 1 del mondo dal 28 gennaio al 27 febbraio 1991 e poi ancora dall’8 luglio all’8 settembre dello stesso anno, per un totale di 12 settimane. Ovviamente, non si può non tener conto del palmarès, perché Bum Bum in carriera ha vinto sei Slam e 49 tornei, ma a ogni modo Jannik si è già tenuto dietro campioni del calibro di Safin, Newcombe, Ferrero, Muster, Rios (l’unico numero 1 a non aver mai conquistato uno Slam) , Kafelnikov, Moya e Rafter, che tenne il comando del ranking per una sola settimana dal 26 luglio 1999 al 1° luglio 1999. Nel mirino adesso ci sono le 16 settimane di Daniil Medvedev, uno dei grandi rivali dell’azzurro, e le 20 di Mats Wilander, traguardo possibile se i risultati degli Us Open e poi dello swing sul cemento asiatico (con Pechino vinto un anno fa e il Masters 1000 di Shanghai) saranno all’altezza delle grandi aspettative di Jannik. Che ha certamente le potenzialità per inseguire un altro obiettivo di grande significato, il numero uno di fine anno, particolarmente ambito dai giocatori perché testimonia la costanza di rendimento ad altissimo livello. Sono 18 i tennisti ad esserci riusciti, con Djokovic in testa pure a questa particolare graduatoria con 8. Al momento, sono decisamente più lontani e sicuramente non nei pensieri di un ragazzo pragmatico come il campione di Sesto Pusteria i record delle 428 settimane complessive al numero uno di Nole e le 237 settimane consecutive di Roger Federer (su 310 totali). Apparentemente inavvicinabili, ma lo svizzero salì per la prima volta in vetta nell’anno in cui ne compiva 23 (come Sinner) e Nole, all’età dell’azzurro, non aveva ancora assaporato il piacere del primato. Segnali?
Fonte: Gazzetta.it