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Tennis

Sinner e il cerchio magico: "Ho il miglior team al mondo. Il mio segreto? Sudare col sorriso"

Federica Cocchi
Sinner e il cerchio magico: "Ho il miglior team al mondo. Il mio segreto? Sudare col sorriso"N/A
Domani il numero 1 sfida Schoolkate: "Sono fortunato. Come si vince? Lavorando duramente e circondandosi di persone che ti fanno stare bene"

"Sono fortunato, perché ho il team migliore del mondo". Jannik Sinner lo dice con emozione autentica dopo aver battuto Nicolas Jarry al primo turno dell’Australian Open. Lo dice perché da loro si sente protetto, appoggiato, accompagnato. Loro lo hanno preso per mano portandolo fino alla vittoria dei due Slam e al numero 1 del mondo. Loro lo hanno tenuto su di morale nella seconda parte di stagione, forse quella più vincente, ma di certo la più dura psicologicamente a seguito del caso Clostebol piombato come un meteorite nella squadra di Sinner. Una squadra che, proprio per questo motivo, si è in parte modificata. Via Umberto Ferrara e Giacomo Naldi, responsabili della contaminazione involontaria, e dentro il preparatore Marco Panichi e il fisioterapista Ulises Badio ex di Novak Djokovic e dunque abituati a respirare l’aria rarefatta del vertice mondiale. L’amalgama si è creato immediatamente e il team, nella nuova formazione nata a ottobre, ha lavorato in armonia da subito. Non solo lavoro, non soltanto tennis, ma anche la capacità di portare un sorriso, di stemperare la tensione e creare un’atmosfera di serenità. Quella che Jannik apprezza, quella che gli permette di esprimersi al massimo in campo. E allora alla fine di ogni allenamento, ecco che arriva il solito gioco della “pétanque” con le linee del campo e la pallina da tennis e chi perde viene “punito” a suon di pallate sul deretano. Ieri è toccato a Cahill il rito dell’“impallinamento” con Jannik e Vagnozzi che hanno finto di colpire con violenza il coach mancando però la mira. Un piccolo spettacolo, segno che il morale del gruppo è alto. E ai ragazzi che vogliono provare a realizzare un sogno, il suo consiglio è uno solo: "Lavorate duramente, ma divertitevi e soprattutto circondatevi di persone che vi facciano lavorare con il sorriso. Chi vi fa stare bene e la famiglia sono la cosa più importante al mondo".

Ieri mattina, Sinner ha svolto il consueto allenamento mattutino al campo 17. Lavoro di routine e qualche attenzione in più sul servizio con lo sparring. Attorno una folla di tifosi che hanno fatto la coda sotto il sole torrido di mezzogiorno per vedere il numero 1 al mondo. Sulla tribunetta, spettatore interessato, c’era anche un signore anziano che a un certo punto, Darren Cahill, ha chiamato in campo accanto a sé. Si trattava del padre John, 84enne ex giocatore e allenatore di football australiano. Darren ha voluto presentargli Jannik, il suo “nipotino” visto che Cahill tra i tifosi del numero 1 al mondo è soprannominato “papà”. Un po’ di chiacchiere, sia con Jannik che con Simone Vagnozzi e poi si sono anche uniti Panichi e Badio. Quando Sinner ha ripreso l’allenamento, concluso con un cesto di palline insieme a Vagnozzi, Darren ha spiegato a suo papà come il tennista italiano eseguiva il movimento del servizio e come lo avevano modificato. Una scena di normalità famigliare applicata al tennis. Una famiglia allargata quella di Sinner perché in questi giorni, a Melbourne, è arrivato anche il fratello Mark. Lui e Jannik sono legatissimi, e il numero 1 al mondo lo considera un punto di riferimento fondamentale della sua vita: "Ci sono cose che puoi dire solo a un fratello – raccontava Jannik qualche tempo fa -. Io so che anche quando sono lontano posso chiamarlo in qualunque momento per confidarmi". Mark, primo figlio dei Sinner, è stato adottato in Russia. Tre anni dopo i Sinner sono diventati quattro con l’arrivo di questo piccolo miracolo dai capelli rossi capace di stravolgere il mondo del tennis.

Al suo fianco Mark, che è vigile del fuoco, alle Finals era rimasto tutta la settimana insieme ai genitori, ma in Australia è arrivato con la fidanzata e seguirà Jannik fino alla fine del torneo: "È molto importante per me averlo qui – ha detto dopo la prima uscita Slam -. Non abbiamo molte occasioni di stare insieme quindi appena è possibile cerchiamo di organizzarci. Mi ha detto che il viaggio è stato un po’ lungo e allora io gli detto che l’avevo avvisato che sarebbe stato così". Discorsi semplici, che Jannik fa con la tenerezza nello sguardo, orgoglioso e felice di aver potuto regalare questo viaggio al fratello, il suo migliore amico. La felicità è una cosa semplice.

Fonte: gazzetta.it