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Tennis

Sinner, parte la campagna di terra: come domarla per andare all'assalto del trono

G.B. Olivero
Sinner, parte la campagna di terra: come domarla per andare all'assalto del tronoN/A
Niente Carlos Alcaraz o Novak Djokovic prima della finale per Jannik Sinner nel torneo di Montecarlo che scatta domani, il primo Masters 1000 stagionale sulla terra. Al terzo turno Sinner avrà uno tra Bublik, Struff e Baez, per poi incrociare nei quarti probabilmente uno tra Holger Rune (rivincita della semifinale persa un anno fa) e Dimitrov. Il danese è un’incognita, ma sulla terra cercherà di ritrovare, oltre a una buona forma fisica, le sensazioni positive svanite da un po’.  In semifinale, secondo classifica e proiezione, ci sarebbe Daniil Medvedev, ma potrebbe spuntare uno tra Zverev o Tsitsipas, vincitore nel 2021 e 2022, Dalla parte di Jannik ci sono anche Arnaldi e Berrettini. Montecarlo è l’unico torneo sul rosso in cui Sinner deve difendere più punti di Djokovic e Alcaraz nella corsa al numero 1: sono i 360 della semifinale del 2023, mentre Nole si porta in dote i 90 degli ottavi (perse da Musetti) e Alcaraz addirittura metterà in cascina ogni punto, poiché 12 mesi fa non giocò. Vista la distanza attuale da Carlitos, Sinner dovrà cercare di fare meglio del rivale per mantenere il numero 2: resterà in quella posizione se vincerà il torneo, oppure se andrà in finale e Alcaraz non andrà in semifinale, oppure se andrà in semifinale ed Alcaraz non andrà ai quarti. Ma la lotta entrerà nel vivo da Barcellona in poi, quando Jannik avrà appena 225 punti da difendere contro i 2225 del Djoker e i 2265 di Carlitos. Operazione sorpasso. La terra battuta spinge a qualche accorgimento soprattutto per quanto riguarda le traiettorie. Per poter mantenere l’efficacia del suo gioco da fondo, Jannik ha bisogno di aprirsi il campo fin dal servizio. Il kick sulla terra è molto più funzionale dello slice e anche del piatto. La palla che rimbalza alta e butta fuori o tiene lontano l’avversario, soprattutto da sinistra, consente a Sinner di spostarsi sul dritto e di iniziare a comandare lo scambio. Se l’avversario si avvicina per evitare di dover rincorrere fin dal primo colpo, l’alternativa più valida anche sulla terra è il servizio al corpo. Ancor più che sul veloce, comunque, sarà importante la variazione: di angoli, di velocità, di rotazioni. Il lancio di palla è stato perfezionato al punto da non dare riferimenti a chi deve rispondere e questo è un grande vantaggio. Quello che vedremo sulla terra è il frutto di un intenso lavoro tecnico e tattico che ha già dato risultati importanti sul veloce. Uno dei colpi determinanti a Melbourne, e utilissimi anche sul rosso, è il dritto con traiettoria alta che cambia lo sviluppo del punto consentendo a Sinner una doppia opzione: quando è in difficoltà e sta subendo quello scambio, gli permette di rimettersi in pari e di provare a ribaltarlo; quando l’avversario sembra reggere il ritmo esasperato (è successo con Rublev e Medvedev in Australia, ma anche con Alcaraz a Indian Wells) offre la possibilità di destabilizzare chi sta giocando d’incontro la palla di Jannik e che a quel punto deve perdere equilibrio e campo e affrontare un topspin di difficile lettura rischiando di andare fuori giri. Sinner ama chiudere lo scambio con il dritto lungolinea dopo aver spostato l’avversario, ma sul rosso si vince con il diagonale, aprendosi il campo. Il cross stretto visto a Miami soprattutto con Medvedev sarà un’arma essenziale proprio per questo scopo: se Sinner ti butta fuori, non hai chance. Lo ha ricordato lo stesso russo dopo la sconfitta in semifinale a Miami con appena tre game conquistati: "Jannik sta giocando alla grande ora, sbaglia poco e può mettere a segno vincenti in ogni momento. E sta tenendo questi livelli ormai da un po’ di tempo". È il colpo naturale di Jannik, quello che gli dà la sicurezza di poter scambiare a ritmo alto senza sbagliare prima di chiudere con il lungolinea o girandosi sul dritto. Difficile trovare qualcuno che regga quella diagonale con Jannik: Alcaraz può riuscirci perché ha tante soluzioni, Medvedev se lo irretisce, Djokovic se alterna i colpi (lungo, stretto, forte, lavorato), il vero Nadal perché giocherebbe il… dritto. Sinner dovrà accentuare ogni tanto la rotazione usando soprattutto la mano sinistra: nel rovescio bimane parlare di topspin in senso classico è ardito tranne casi eccezionali (Nadal, ad esempio, ben più di Djokovic). Però il concetto è quello: sul rosso la traiettoria arcuata è spesso più fruttuosa di una traiettoria secca. E poi il back, fondamentale non solo come arma di difesa ma anche come soluzione tattica alternativa. Sulla terra c’è la tendenza a fare tanti scambi in diagonale, tutti più o meno alla stessa velocità e intensità. Avere la possibilità di cambiare è ancor più importante che sul veloce perché uno slice fatto bene stravolge completamente il ritmo. L’incoronazione di Dimitrov dopo la sconfitta in finale a Miami è significativa dello status attuale di Sinner: "Jannik sta giocando a un livello incredibile, in questo momento è il numero uno del mondo, il più forte, ha una velocità di esecuzione straordinaria". Sul veloce Jannik non ha avuto bisogno di tirare fuori dallo zainetto tutte le soluzioni preparate con Vagnozzi e Cahill. Qualche volée si è vista, certo, e pure qualche palla corta. Ma tutto nella norma. Non è vero che sul rosso andrà meno a rete, magari lo farà in controtempo per sorprendere l’avversario. E la smorzata sarà uno strumento prezioso: per adesso Jannik predilige quella di dritto a uscire, ma sicuramente perfezionerà quella lungolinea di rovescio staccando la mano come riesce molto bene a Djokovic e Alcaraz. Per quanto riguarda, invece, la posizione in risposta, dipenderà dal tipo di servizio che dovrà affrontare e dalle caratteristiche dell’avversario. Infine, la testa: che non è un colpo, ma la centrale di tutti i colpi. Sulla terra una partita può cambiare all’improvviso, ma Jannik assorbe da ogni esperienza.