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Tennis

Sinner, prenditi Wimbledon! Da Medvedev ad Alcaraz, la strada per la finale

Davide Chinellato
Sinner, prenditi Wimbledon! Da Medvedev ad Alcaraz, la strada per la finaleN/A
Dalla sfida con Kecmanovic di oggi alla partita del 14 luglio che vale lo Slam sull'erba: ecco il percorso teorico di Jannik

Il primo sarà stasera, nel match conclusivo sul Centrale. L’ultimo, se Jannik Sinner andrà davvero a prendersi Wimbledon, domenica 14 luglio. Restano cinque ostacoli sulla strada del numero 1 verso lo Slam sull’erba, a cominciare dal serbo Miomir Kecmanovic: ha 24 anni, è nato a Belgrado, è il numero 52 del mondo e contro Sinner ha sempre perso. Di sicuro non l’ostacolo principale tra Sinner e Wimbledon, come non lo saranno al turno successivo lo statunitense Ben Shelton, numero 14 del mondo, oppure il canadese Denis Shapovalov, semifinalista a Wimbledon 2021 ma ora numero 121 del ranking.  La parte a cinque stelle del tabellone di Sinner è dai quarti in poi, a cominciare dal probabile incrocio con Medvedev nella rivincita della finale dell’Australian Open. Jannik con lui è sotto 6-5 nei confronti diretti ma ha vinto gli ultimi cinque. Il russo finora a Wimbledon ha vinto facile con lo statunitense Kovacevic ma ha ceduto un set al francese Alexandre Muller. Nel terzo turno se la vedrà col tedesco Jan-Lennard Struff.

La strada di questa parte del tabellone porta a una semifinale Sinner-Alcaraz, la rivalità tra le nuove superstar pronte a raccogliere l’eredità dei grandissimi. Jannik quest’anno ha già perso due volte contro lo spagnolo, l’ultima nella semifinale del Roland Garros, ma ha vinto l’unico precedente a Wimbledon, agli ottavi 2022. Sembra una vita fa per entrambi: Sinner adesso è il numero 1 del mondo, Carlos il campione uscente che finora sull’erba londinese ha avuto più problemi da quel telefonino da cui non riesce a stare lontano che dagli avversari. L’ultimo ostacolo tra Sinner e Wimbledon, verosimilmente, si chiamerà Novak Djokovic, la leggenda che ha eliminato Jannik nelle ultime due edizioni: per diventare fenomeni, però, bisogna battere anche i più forti.

Fonte: Gazzetta.it