Il mondo non è mai stato così innamorato di un uomo sportivo, cantando un sentimento popolare nato da meccaniche divine. Leggiadro e bellissimo, con la grandezza del suo gesto, Roger Federer ha fatto dell’arte di giocare a tennis un’invenzione costante. Per la purezza del suo gioco in uno stato di variazione creativa, ha svuotato l'atto sportivo da ogni linguaggio all’epoca della sua riproduzione tecnica.
Federer ha condiviso la sua massima pienezza espressiva con Rafael Nadal - il più grande rivale, la materia nera che Roger ha ridato alla luce - per elevarsi di grazia e furore uniti nel capolavoro dell’opera sportiva. È stata una forma di poesia in movimento e arte della guerra, di forza lirica e coraggio brutale. Loro che hanno scritto a Wimbledon l’Atto XL e che, all’infinito, vorremmo contrariamente insieme.
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Roger Federer è stato il più grande di sempre anche nella sconfitta, destino certo degli ultimi romantici, perdendo l’ultima finale di Wilbledon: la più lunga, la più bella, la più tragica. È stato Novak Djokovic a batterlo (tre volte) all'epilogo di Wimbledon, con la sua solitudine del numero primo e un record che, crudelmente vincente, non gli basterà mai per essere amato.
Ci saranno ancora loro alla Rod Laver Cup, sull’ultimo palco di Roger Federer. Saranno con lui nell'ultima Londra elisabettiana e non incontrerete nessuno che non sia accigliato. Con le nostre passioni che non sono più ubbidienti ai cieli che i nostri cortigiani all'aspetto del re.
Djokovic e Nadal ci saranno. Loro che hanno battuto Federer, che ha battuto quattro generazioni di tennisti fin da Sampras e Agassi. Giocando oltre 1500 partite per vincere 103 titoli ATP, da Milano Indoor del 4 febbraio 2001 alla decima festa sacra nella sua Basilea, il 27 ottobre 2019.
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Come Serena Williams, Federer ci manca già. Immenso come i suoi 20 slam e gli 8 titoli a Wimbledon, proteggendo l’idea di un tennis metafisico dalla sovresposizione mediatica. Così etereo, elegante e raffinatissimo fuori e dentro le stanze della pallacorda, Roger ha giocato il miglior tennis della nostra vita crescendoci in linea evolutiva. Nutrendoci di bellezza. Bontà divina, quante volte gli avremmo preso le mani per berci dentro.