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Tennis

Zio Paperone d'America: Sinner è sempre più il numero uno anche nei guadagni

Riccardo Crivelli
Zio Paperone d'America: Sinner è sempre più il numero uno anche nei guadagniN/A
Nel magico 2024, Jannik di soli montepremi ha incassato quasi 10 milioni, di cui più di 3 vincendo lo Us Open, lo slam più ricco di tutti

C'è il bar, dove tutte le opinioni sono legittime. E poi ci sono i numeri, che non mentono mai. E che certificano, se ce ne fosse bisogno e passando anche oltre i favolosi risultati di questa stagione, lo status di Sinner di più forte giocatore del mondo. Anzi, Jannik è sempre più numero uno in questo 2024 di vittorie leggendarie e nuove pagine di storia. Cominciando dalla classifica Atp, di cui è leader dal 10 giugno di quest’anno, primo italiano di sempre a raggiungere l’obiettivo: con il successo agli Us Open, la Volpe Rossa è salito a 11.180 punti nel ranking, ben oltre la fatidica soglia dei 10.000 che solo 7 giocatori prima di lui sono riusciti ad oltrepassare: Sampras (11.005 nel 1997), Agassi (10.739 nel 1995), Federer (15.903 nel 2006), Nadal (15.390 nel 2009), Djokovic (che detiene il record assoluto con 16.950 nel 2016), Murray (12.685 nel 2016) e Medvedev (10.780 nel 2021).  Il suo vantaggio sul secondo, Alexander Zverev, adesso è di 4105 punti, qualcosa di molto simile a un dominio senza confini.

Sinner ha conquistato addirittura 9000 punti dal 1° gennaio a oggi, in quella che viene definita la Race, cioè la classifica dell’anno solare che nell’ultima settimana di dicembre confluisce in quella Atp e che qualifica per le Finals di Torino (già abbondantemente raggiunte da Jannik). Zverev, secondo pure lì, insegue con 6115 punti, dunque a 2885 di distanza, un divario tale da garantire al fresco campione di New York la quasi certezza di chiudere l’anno al numero uno del mondo, uno dei traguardi più prestigiosi per un tennista. Sascha e Alcaraz, l’altro rivale teoricamente ancora in corsa, per impensierirlo dovrebbero vincere i Masters 1000 di Shanghai e di Parigi-Bercy e le Finals di Torino senza perdere neppure una partita nel round robin. Ma potrebbe non bastare ad entrambi fare filotto in questi tornei, dal momento che è quasi impensabile che Sinner possa uscire sempre ai primi turni. E allora a Zverev e Alcaraz potrebbe servire anche una vittoria a Pechino o in qualche altro 500 europeo di fine stagione. Con queste premesse, è dunque molto probabile che Sinner possa avere l’ufficialità di finire in vetta il 2024 già tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre, quando gli basterà avere 2500 punti di vantaggio per non correre rischi. Per la cronaca, l’ultimo giocatore a festeggiare il n.1 al termine della stagione con più di 10.000 punti è stato Rafa Nadal nel 2017 (10.645).

Ma se non bastassero le classifiche, specchio fedele del dominio attuale della Volpe Rossa, vengono in aiuto altre statistiche a corroborare il monumentale rendimento di Jannik da gennaio ad oggi. Con le sette perle che gli hanno consegnato gli Us Open, adesso vanta un bilancio stagionale di 55 successi e 5 sconfitte: non è il giocatore con più match vinti, perché Zverev è a 56 (ma con 17 ko), ma la percentuale del 91,6% è sensazionale e fuori portata per chiunque. E per il momento avvicina l’annata di Sinner a quelle favolose di Federer nel 2006 e nel 2007 e di Djokovic nel 2011 e nel 2023. Negli Slam, ha vinto quest’anno 23 partite, 4 in più di Alcaraz con il quale si è spartito i quattro Major stagionali, e nessuno sul circuito è stato capace di vincere 6 tornei complessivamente: l’amico-rivale spagnolo, il secondo migliore, è a quota tre. E pure le cifre che fotografano più squisitamente lo spessore tecnico di un campione lo incoronano: Jannik è il numero uno per rendimento sotto pressione secondo le statistiche dell’Atp.

Il suo rating è di 258,2, dato dalla somma delle percentuali di 5 voci: il 41,8% di palle break convertite, il 73,7% di palle break salvate (il migliore tra i top 10), il 66,7% di tie-break vinti (ma 14 degli ultimi 15) e il 76% di set decisivi vinti (il migliore in assoluto). D’altronde, la capacità di alzare il livello nei momenti che contano è una qualità che lo accompagna fin da quando si impose alle Next Gen Finals del 2019. A proposito, quel giorno a Milano intascò 334.657 euro, quasi 60.000 euro in più di quanto guadagnato fin lì in carriera. Con il trionfo a New York (lo Us open è lo slam più ricco), si è preso un assegno da 3.293.00 euro, che porta il suo montepremi stagionale a 9.579.500 euro. Primo anche lì, ovviamente. Perché Jannik sa solo comandare.

Fonte: Gazzetta.it